5 X 2 (Cinq fois deux)
V enezia 61 In concorso
Regia: François Ozon; Sceneggiatura: François Ozon;
Fotografia: Yorick Le Saux; Scenografia: Katia Wyskop; Montaggio: Monica
Coleman; Musica: Philippe Rombi; Suono: Benoît Millebrandt; Costumi:
Pascaline Chavanne; Interpreti: Valeria Bruni-Tedeschi, Stéphane Freiss,
Françoise Fabian, Michael Lonsdale, Géraldine Pailhas;
Produttori: Olivier Delbosc, Marc Missonier; Produzione: Fidelité France
2 Cinéma; Distribuzione internazionale: World Sales Celluloid Dreams;
Distribuzione italiana: BIM; Anno di produzione: 2004; Durata: 90’
Formato: 1:1,85 Altre indicazioni: 35 mm, colore; Sonoro: DTS Digital; Versione
originale: francese; Origine: Francia
Lo sguardo
nitido, crudele di François Ozon è in grado di scolpire, scarnificandoli,
gli eventi perturbanti dell'anima. Come se fosse continuo, instancabile,
l'abissamento nel tourbillon di passioni. Il cinema di Ozon comunica
semplicemente l'essenzialità pornografica delle pulsioni erotiche (di
vita e di morte), è sempre una tesi che trova un definitivo, tenebroso
riscontro. Per questo il capovolgimento narrativo è fondamentale per
destrutturare il senso di causa effetto d'ogni evento. I coniugi, davanti al
burocrate che sancisce gli accordi sul divorzio, percepiscono la totale
bizzarria dei vari articoli di legge, che dovrebbero stabilire i comportamenti,
come se questi ultimi fossero completamente chiari e decidibili. Ozon invece ci
mostra la fragilità assoluta del sentimento che può incrinarsi di
fronte a nulla e improvvisamente, figurando così un rapporto erotico in
bilico per un assioma ineliminabile. Proprio Marion (Valeria Bruni Tedeschi)
sull'ennesima questione di fedeltà, dichiara la totale
possibilità di un atto volitivo fondato sul rispetto della persona
amata. Ma proprio la prima notte di nozze naufraga negli abissi del Caso, un
amante sconosciuto incontrato nell'oscurità del giardino a pochi passi
dalla camera matrimoniale, i sensi sconvolti, una rapida occhiata comunica lo
sgomento del desiderio ormai inoltratosi nella dimensione più profonda
della carne, quella da cui non si ritorna più indietro. Anche l'incontro
tra Gilles e Marion è segnato dalle stesse dinamiche fondate sul mistero
insondabile delle attrazioni corporee. Il cinema di Ozon ha questa impeccabile
trasparenza, la percezione penetrante dei corpi. Ozon è tra quei pochi
cineasti in grado di spogliare completamente i suoi interpreti. La loro
nudità è totale, il disagio e le tempeste del carattere sono
visibili quasi in una performance estrema del corpo attorale. I personaggi sono
esseri viventi in balia di infinite possibilità, sprofondati nelle
dinamiche di un destino beffardo (della Natura Umana) che si diverte a
combinare e scombinare elementi. Nel cinema di Ozon ogni momento scenico può
generare una crisi perché il dispositivo cinematografico è sempre
austero ed eccitato dall'idea di inscatolare i personaggi in una gabbia da cui
non si può sfuggire. Anche la segmentazione del flusso narrativo indica
chiaramente l'onniscienza assoluta della mdp, capace di scrutare profondamente
i segreti sentimentali, di esporli, quasi di alimentarli con sospetti, in cui
la complicità nell'uso del campo e fuori campo è fondamentale per
articolare il gioco prossemico tra personaggi. In Ozon l'esposizione di una
tesi attraverso immagini è sempre un'esperienza sconvolgente.
Conferenza stampa
con François Ozon, Valeria Bruni Tedeschi, Stéphane
Freisse
Il soggetto, il matrimonio in Francia
Ozon: Il film parla della coppia ed è un tema che mi
interessa particolarmente, è un argomento sul quale ho già
parlato, soprattutto mi interessa parlare delle generazioni di trentenni e
quarantenni.
La colonna sonora tutta italiana
Ozon: Ho scelto alcune famose canzoni italiane perché
esprimono benissimo sia l'ironia che la malinconia della storia e poi anche
perché il film è stato girato in parte in Italia.
È d'accordo nel considerare il noir uno dei generi a lei
più caro con personaggi che rasentano la follia (d'amore)?
Ozon: Non trovo che il film sia nero, piuttosto che sia semplicemente
lucido, forse sul personaggio maschile credo che Stéphane mi sia
sembrato il più adatto e poi ho fatto il casting sempre con gli attori
in coppia e quindi ho visto Stéphane e Valeria funzionare benissimo,
soprattutto il tipo di sguardi; per quanto riguarda la carriera certo non si
può fare completamente astrazione da quanto hanno fatto prima.
Freisse: la parola follia non è adatta al personaggio,
parlerei di vulnerabilità e nel film è la vulnerabilità
che lo spinge all'azione.
Come ha lavorato sul personaggio femminile?
Bruni Tedeschi: Credo che gli attori debbano essere sempre in
cambiamento, François mi ha chiesto di interpretare un personaggio che
vuole essere felice, era una donna che mi interessava per la sua
positività.
Lei ha scelto di non psicanalizzare i suoi personaggi
Ozon: Ciò che mi interessa non è la ricetta sulla vita
a due, mi interessa vedere come un gesto di troppo può significare un
cambiamento radicale, per esempio che Stéphane si addormenta la prima
notte di nozze, lei si allontana, però dieci anni dopo il fatto che si
sia addormentato può avere un senso completamente diverso. Con gli
attori abbiamo girato al rovescio, erano costretti a vivere solo il momento che
giravano e al montaggio ho cercato di cambiare le prospettive in modo che ogni
spettatore potesse fare ulteriori collegamenti.
Qual è il rapporto personale con questo personaggio?
Pensa che ci siano differenze tra coppia gay ed etero?
Bruni Tedeschi: Penso che i personaggi che interpretiamo siano noi
stessi, però ogni volta ci si può focalizzare su aspetti
particolari di se stessi, per questo personaggio è essenziale lo sguardo
del regista, come l'occhio del regista cambia i personaggi, lo sguardo di
François è molto valorizzante, lo auguro a tutte le attrici.
Per quanto riguarda la fedeltà penso che sia una utopia
vivere storie parallele senza che questo influisca, i tradimenti, le bugie, pur
dettagli alla fine si accumulano, e poco a poco disintegrano il rapporto. Una
accumulazione di tante piccole meschinerie umane.
Quali sono le differenze tra lavorare in Italia e all'estero?
Bruni Tedeschi: Non c'è molta differenza, semmai c'è
molta differenza tra un tipo di film e un altro, ogni film ha il suo codice.
Sulle coppie gay
Ozon: mi interessava avere delle coppie specchio rispetto a quella
di Valeria e Stéphane, volevo mostrare che tutte le coppie - ci sono i
genitori di un'altra generazione peraltro -, hanno le stesse caratteristiche...
dimostrare che il modo in cui si vive spesso è solo un modo per
rassicurarci.