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Ingenui e perversi - Niewinni czarodzieje
Anno: 1960
Regista: Andrzej Wajda;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Polonia;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

Ingenui e perversi.  Andrzej Wajda. 1960. POL.

Attori: Krystyna Stypulkowska, Tadeusz Lomnicki, Zbigniew Cybulski, Roman Polanski, Jerzy Skolimowski

Durata: 86’

Titolo originale: Niewinni czarodzieje

 

 

Varsavia. Polonia. Andrzej ascolta al mattino una registrazione mentre fa colazione e si rade la barba. Una ragazza, Mirka, cerca di attirare la sua attenzione lanciandogli dei sassolini alla finestra e bussando alla sua porta. Non le risponde e poco dopo si reca a lavoro. Egli è un medico che, iscritto nel Comitato per lo sport, visita i pugili prima degli incontri, e da tre anni suona anche la batteria in un gruppo jazz. La sera, davanti a Mirka che lo insegue dopo che quello ha suonato in un locale, fa lo stupido con una giornalista, ferendo i sentimenti dell’altra. Poco dopo, in un altro locale, Edmondo, un suo collega, vorrebbe corteggiare una bella ragazza accompagnata dal suo uomo ed ottiene la collaborazione di Andrzej. Con uno stratagemma Edmondo porta via l’uomo di quella ed Andrzej si ritrova solo con la ragazza, Magda, che egli preferisce però chiamare Pelagia. Dopo un freddo e distaccato scambio di battute, la donna prende un autobus per tornare a casa ed Andrzej la segue. Giunti alla stazione, la donna decide di non partire più e segue l’uomo nel suo appartamento. Qui la coppia incomincia a conoscersi e stila un programma sul quale basano la loro notte: un bicchierino di vodka, un bacio, un discorso interessante e poi la conclusione della serata. Poco dopo, sotto il balcone, arriva Edmondo a domandare di quella, in compagnia di Mirka ubriaca che vorrebbe salire da Andrzej. L’uomo allontana entrambi e torna da Pelagia. Con un pacco di fiammiferi improvvisano uno strip poker e quando a Pelagia tocca togliersi gli indumenti intimi, Andrzej la riveste. All’alba fanno colazione con uova strapazzate e poi si addormentano, lei sul letto e lui su una poltrona. Giungono sotto il balcone quelli del gruppo musicale che, facendo baccano, costringono Andrzej a scendere. Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con quelli, torna in casa e non trova più Pelagia. Si lancia alla ricerca di quella a bordo di una lambretta e raggiungendo Edmondo cerca di strappargli, inutilmente, qualche informazione. Viene aggredito da un pugile ubriaco al quale non aveva fatto passare la visita e lo stende con un pugno. Torna a casa e ritrova Pelagia e l’appartamento tutto in ordine. Nel momento in cui si addormenta Andrzej, la donna lascia l’appartamento ma dopo pochi passi torna indietro.

Scritto da Jerzy Skolimowski, Ingenui e perversi è un interessante quadro generazionale attento a descrivere i giovani che ciondolano nella capitale polacca dopo la seconda guerra mondiale. Disillusi e romantici, i personaggi di questa strana (triste e cinica) commedia sono giovani solitari cui mancano aspirazioni concrete e che fantasticano su un modello di vita non troppo differente da quello che hanno. A metà strada fra l’essere dandy e pseudo avanguardisti, il loro carattere assolutamente solitario li rende comunque fascinosi ed a volte eccessivamente ermetici. A tratti surreale (i dialoghi della coppia, che quasi mai s’incontra se non in un rapido bacio, appartengono ad “…un canovaccio che rispecchia il nostro tempo…”), intenso ma leggero, il film di Wajda non ha la carica politica esercitata dalle plastiche inquadrature di Cenere e diamanti (1958) ma gode comunque di un pesante bagaglio di riflessioni religiose (la magnanimità del creatore) ed amarezze sentimentali ed esistenziali (“La vita è come una roulette, si può puntare su tanti numeri diversi o sempre sugli stessi…”). Amore incomunicabile (il cartellone pubblicitario sul quale scorrono i titoli di testa, un uomo ed una donna che non si parlano) per difetto di coraggio (lo strip che non si conclude). Grande il carrello all’indietro quando Andrzej scende in strada chiamato dai musicisti e davanti al quale tutti gli attori si alternano proponendo ognuno le proprie riflessioni. Una pellicola estremamente verbale sull’inquietudine giovanile di quegli anni e che spronerà altri registi alla trattazione del problema (Giorgio Gattei su Alfonzo Canziani - Cinema di tutto il mondo – Mondadori). Ottima la colonna sonora jazzata di Krzysztof T. Komeda, cui spetta un cammeo (se stesso) così come anche allo sceneggiatore Jerzy Skolimowski (pugile) ed a Roman Polanski (contrabbassista del gruppo). Meravigliosa Krystyna Stypulkowska, tenera e provocante (la scena nella quale si disfa del peplo illude qualsiasi spettatore).

 

 

Bucci Mario

        [email protected]