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Il giorno degli zombi - Day of the Dead
Anno: 1985
Regista: Gorge A. Romero;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

Il giorno degli zombi.  Gorge A. Romero. 1985. USA.

Attori: Lori Cardillo, Terry Alexander, Joseph Pilato, Jarlath Conroy, Richard Liberty

Durata: 102’

Titolo originale: Day of the Dead

 

Da qualche parte, sul pianeta terra. Una donna è seduta in terra in una stanza bianca che fissa un calendario sulla parete di fronte. Si alza e si avvicina. Una decina di mani sbucano dalla parete per aggredirla. È un incubo. Sarah è sull’elicottero con altri tre uomini a pattugliare la città più vicina, completamente infestata di zombi. Fanno ritorno nella base militare nella quale si sono trincerati assieme ad un gruppo di scienziati e di militari a loro difesa. Miguel, un militare messicano che fa coppia con Sarah, appare nervoso e per poco non si lascia sfuggire uno zombie che catturano nelle caverne della base. Ve ne sono tanti altri, separati da una parete da loro costruita, e che spesso vanno a catturare per consegnarli allo scienziato Logan, lo scienziato che deve studiare una soluzione contro l’epidemia. Sarah è costretta a fare una siringa di sedativo a Miguel per farlo tranquillizzare. Alla riunione del gruppo, il comandante Rodhes dichiara di aver preso il comando al posto del deceduto militare più alto in grado. Lo scienziato è convinto di aver individuato nel nucleo R (quello presente nei rettili) la sede della mente di questi zombi ed è convinto di riuscire a addomesticarli. Ovviamente le opinioni sono discordanti, anche da quelle di Sarah che vorrebbe invece trovare un vaccino. Sarah e Miguel litigano e la donna si rifugia nel confortevole appartamento dove dormono il pilota dell’elicottero McDermott ed un elettricista alcolizzato, Johnson. Alcuni giorni dopo lo scienziato mostra i progressi agli altri medici: Bub, uno zombie che, ripagato con della carne, è riuscito ad essere educato a compiere collegamenti con la memoria che non siano legati all’istinto aggressivo del cibo. Sopraggiungendo Rodhes, il gruppo prova ad insegnare a Bub a sparare e la possibilità che questi esseri possano un giorno essere armati non piace al comandante. Mentre stanno catturando un altro zombie per un esperimento, sfugge ancora una volta a Miguel ed uno dei militari è morso alla gola e giustiziato da un suo collega. Anche Miguel, che corre verso il rifugio di McDermott, è stato morso e Sarah si assume la responsabilità di amputargli il braccio e di ucciderlo nel caso si trasformi in uno zombie. Approfittando di un momento di calma, l’elettricista e Sarah vanno nel laboratorio dello scienziato e scoprono che conduce esperimenti anche con i militari morti. Assistono allo scienziato che insegna ad ascoltare la musica a Bub e quando si accorgono che il premio è della carne umana, è troppo tardi perché sopraggiungono gli uomini di Rodhes. Lo scienziato è ucciso e Sarah, Johnson ed un altro medico fatti prigionieri. Con quelli come ostaggi, vanno nell’appartamento del pilota per convincerlo a portarli via. Di fronte al suo rifiuto giustiziano il medico e lasciano Sarah e l’elettricista nella caverna dove sono tutti gli altri zombi. Il pilota riesce, dopo una colluttazione, a disarmare il comandante mentre i suoi due militari più fidati, Stiller e Rikles, sono dovuti correre a controllare l’ascensore principale. Miguel, in preda ad una crisi mistica, è, infatti, salito all’esterno ed aprendo i cancelli della base militare, si è immolato facendo tornare l’ascensore all’interno della base e facendola riempire di centinaia di zombi. McDermott riesce a trovare gli altri ancora vivi nella caverna mentre i tutti i militari vengono mangiati dagli zombi. A vendicarsi del professor Logan ci pensa Bub che ha ricordato come si spara e giustizia il comandante Rodhes prima che venga divorato da altri zombi. Raggiunto l’elicottero, l’elettricista, Sarah ed il pilota si svegliano su un’isola deserta e solitaria.

Il terzo ed ultimo appuntamento della saga dei morti viventi firmata e diretta da Geroge A. Romero incomincia dove finiva il precedente Zombi (1979), con un riuscito senso della continuità, perfettamente riuscita nella volontà dell’autore di concludere questa trilogia. Oltre al tema della coppia del ragazzo di colore e della donna bianca (Ben e Barbra/ Peter e Jane/ Sarah e McDermot), che da sola simboleggia il tema della diversità caro al regista, anche l’espansione del contagio, che dalla casa di campagna del primo episodio La notte dei morti viventi (1968) sembra essersi allargato ormai a tutta la terra. All’interno di una situazione claustrofobia come quella di una base militare sotto terra, Romero salva dunque i diversi, la donna che si emancipa, l’alcolizzato ed il ragazzo di colore; militari folli e scienziati pazzi rimangono invece vittime di un isterismo che quasi nessuno riesce più a gestire. Senso del gore che scompare per mezza pellicola a vantaggio degli intrecci tra i personaggi resi attraverso confronti molto tesi con armi in pugno ed atteggiamenti xenofobi o dittatoriali; ed effetti speciali che esplodono solo in un’orgia finale di interiora e sezioni corporee che vedrà finire a pezzettini tutti i cattivi (militari). Molto più politico dei precedenti, l’idea di una città piena di zombi in tempi come gli anni ottanta, in piena guerra fredda, sembrano un monito chiaro contro l’atteggiamento fratricida dell’essere umano. Al tema del consumo, infatti, subentra l’atteggiamento militare, l’incitazione all’omicidio. La figura dello scienziato pazzo, il dottor Logan, oltre a rifarsi al più celebre dr. Frankenstein (soprannome con il quale è chiamato dagli altri della base) è molto simile anche all’imbonitore da fiera del film Il gabinetto del dottor Caligari (1920) di Robert Wiene, al quale sonnambulo sembra rifarsi Romero per la figura di Bub, lo zombie che viene addomesticato. Non solo politico, ma anche più religioso dei precedenti episodi: la morte di Miguel che concede la propria carne in un atteggiamento di sacra devozione e condanna così tutti quelli della base militare; il suicidio di Steel sullo sfondo delle tre croci; il pilota che parla di una maledizione del creatore affinché l’uomo possa vedere com’è fatto l’inferno. Il finale, l’illusione di una salvezza, un po’ come la fuga del secondo episodio, senza carburante (la vera costante, la vera fobia di questa società di zombi). Auto citazione questa volta è la sequenza dell’ascensore. Il libro che Bub impara a leggere è Le notti di Salem di Stephen King. Presi tutta assieme, la trilogia dei morti viventi ha ispirato il regista per la saga di videogame per Playstation Resident evil, portata sullo schermo con l’omonimo Resident evil (2002) di Paul W. S. Anderson.

                                              

                                  

Bucci Mario

                                                                                                        [email protected]