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La mosca - The fly
Anno: 1986
Regista: David Cronenberg;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

La mosca. David Cronenberg. 1986. USA.

Attori: Jeff Goldblum, Geena Davis, John Getz

Durata: 100’

Titolo originale: The fly.

 

 

Ad un convegno della Comunità Scientifica Americana, lo scienziato Seth Brundle conosce la giornalista Veronica Quaif, della rivista Particular Magazine. La conduce nel suo laboratorio dove le mostra due telepod, telecapsule in grado di teletrasportare gli oggetti. Per la dimostrazione la donna le offre una sua calza. Riuscito l’esperimento, la giornalista riesce a registrare parte dell’intervista contro la volontà di Seth. Il giorno dopo Veronica la fa ascoltare al suo direttore Stathis Borans, che non crede però all’esperimento. Lo scienziato, rincuorato per non essere stato creduto, invita ugualmente a mangiare fuori la giornalista, offrendole la possibilità di seguire tutti i progressi dell’esperimento. Fino ad allora non aveva mai provato con esseri viventi e quando prova con un babbuino, il teletrasporto lo ricrea rovesciato, come un guanto. Un fallimento. La coppia incomincia ad avere una relazione. Una mattina, Seth ci riprova con una bistecca e Veronica, alla quale tocca il compito di assaggiarla una volta teletrasportata, riconosce che è sintetica. Brundle capisce allora che la macchina non riesce a codificare i piaceri per la carne. Uscita dal laboratorio, dopo una notte d’amore, Veronica è seguita da Stathis, suo ex compagno, con il quale litiga in un negozio. Dopo alcuni giorni di lavoro, Brundle ci riprova con un altro babbuino e questa volta l’esperimento sembra essere riuscito. Veronica, mentre stanno festeggiando, si accorge che il suo direttore si è messo in contatto con Brundle per scavalcarla con il servizio giornalistico e molla i festeggiamenti e si reca in redazione per chiarire la questione. Brundle, crede che i due abbiano ancora una relazione ed ubriaco e deluso decide di provare l’esperimento su di sé. Una mosca s’inserisce però nella capsula un istante prima che la porta si chiuda. Veronica torna nel laboratorio la sera dopo e lui le confessa che per gelosia, ubriaco, si è teletrasportato. La notte, nel sonno, Brundle acchiappa una mosca tenendo gli occhi chiusi e si accorge così di avere un equilibrio ed una forza mai posseduti. Dopo averlo constatato anche a letto con Veronica, cerca di convincerla ad usare anche lei il teletrasporto ma quella si rifiuta e lui se ne va offendendola per la sua paura. Entra in una sala da biliardo e ci prova con una donna che sta con due uomini che si sfidano a braccio di ferro. Brundle offre loro cento dollari in caso di sconfitta e chiede la donna in caso di vittoria. A braccio di ferro rompe il polso del più grosso e si porta via la donna. Dopo essersi teletrasportato davanti a lei, cerca di obbligarla a fare altrettanto, ma l’intervento di Veronica permette che la ragazza riesca a fuggire. Anche Veronica lo abbandona. Solo in bagno, si accorgere di perdere i denti e capisce allora che qualcosa è davvero andato storto nell’esperimento. Scopre così che c’è stata una fusione a livello molecolare-genetico tra lui ed un mosca. Ad un mese di distanza Seth chiama Veronica e le chiede aiuto. Facendola andare nel laboratorio, si mostra in piena mutazione e le racconta quanto accaduto. Lei chiede aiuto a Stathis il quale rimane impressionato dopo aver visto alcune videoriprese di Seth che mangia il cibo vomitandoci sopra, come una mosca. Veronica scopre di essere incinta ed in un incubo immagina di andare dal ginecologo per abortire e di partorire una larva. Torna ancora trovarlo ma questa volta lui le chiede di lasciarlo per sempre perché potrebbe diventare pericoloso. Scesa dal laboratorio, chiede a Stathis di essere accompagnata ad abortire, sotto gli occhi di Seth che li osserva dall’alto. Poco prima dell’operazione, Brundle sfonda il vetro della sala e rapisce Veronica alla quale chiede, una volta di nuovo nel laboratorio, di mantenere il figlio. Sopraggiunge Stathis con un fucile in mano e Brundle, ormai ad un passo dalla mutazione finale, lo aggredisce sciogliendogli con il vomito la mano ed una caviglia ed evita di ucciderlo per l’intervento di Veronica. Lui le chiede allora di fondere il suo corpo con quello di lei e del bambino e la spinge così in una delle due capsule. Programma il computer per la fusione e s‘infila nell’altra ma Stathis, con un ultimo sforzo, riesce a sparare sulla macchina che sintetizza solo la fusione tra Brundle e la capsula. Compare così un amorfo pezzo di carne che trascinandosi verso Veronica, che brandisce il fucile di Stathis, chiede di essere giustiziato con un colpo alla testa.

Seconda pellicola americana per il regista canadese dopo il precedente La zona morta (1983) e primo remake (sarebbe meglio dire larga rivisitazione) de L’esperimento del dottor K. (1958) di Kurt Neumann, anch’esso ispirato al racconto di George Langelaan. Sebbene sia parte della struttura che diverse analogie ci siano (a partire dai titoli di testa, concettualmente identici), La mosca di Cronenberg però è davvero distante da qualsiasi definizione si possa dare alla sua storia. Se la versione del 1958, stretta ancora nella morsa del Codice Hays, è un misto tra fantascienza ed orrore, quella di Cronenberg è davvero altro, è il terrore malsano della carne, come dice lo stesso Brundle (sceneggiatura del regista e di Charles Edward Pogue). Se nella versione di Neumann l’orrore è nella scienza che l’uomo non riesce a gestire, Cronenberg penetra invece nella carne dell’uomo che non può gestire e oltre il velo (stesso) della carne. Profondissimo, a tal proposito, il pentimento e la riflessione di Brundle: “Non funziona con la carne. I computer imparano solo quello che gli dici. Sarò io abbastanza ignorante sulla carne…”, ignoranza che egli stesso sfiderà poco dopo facendosi teletrasportare. La mosca è una delle pellicole che tira fuori le passioni originali del regista: la carne, la mutazione biomeccanica, e gli insetti (“Non sono diplomatici gli insetti” dice Brundle). L’uomo che si rigenera, che è distrutto e ricreato in una capsula che è un uovo d’insetto che si schiude, una vagina dalla quale rinascere con una nuova forza ed una mutazione che è fusione di codici biologici, è questo il nuovo uomo di Cronenberg. Ancora una volta, è l’ambiguità del fato a cambiare le carte in tavola, i codici genetici, l’incidente durante un esperimento di teletrasporto: l’unione del gene di un insetto con quello di un uomo, il dramma kafkiano compiuto. Lo sguardo critico del regista non si placa, l’uomo è un essere che corre più veloce del mondo e che si volta in dietro per dire … raggiungimi. Da questa corsa, in questa corsa, l’uomo è travolto. Il babbuino che viene trasportato al rovescio, è la razionalità che si capovolge in quel rapporto d’identità nella quale gli esperimenti di Brundle si perdono. Quella che La mosca rappresenta è un tassello importante del percorso cronenberghiano, l’angoscia umanistica per il destino del corpo (E.Ghezzi – Paura e desiderio – Bompiani).  La carne ed il cibo, il corpo cannibale, il montaggio di due scene, quella del rapporto a letto tra Brundle e Veronica e l’esperimento della bistecca, una riflessione sottilissima che ha origine nel primo cinema cronenberghiano fatto d’attrazione e morte, e che qui è già tragico epilogo di una profonda (oscura) storia d’amore. Torna ad arie claustrofobiche il regista canadese, evitando quanto più di girare in esterno (la camminata di Goldblum tra la folla ricorda quella di Marilyn Chambers in Rabid (1976)) e riprendendo praticamente solo il palazzo della rivista per la quale lavorano Stathis e Veronica, in quell’inquadratura di notte che lo trasforma per un attimo in un ragno. L’inquadratura dello sportello della capsula che si chiude e che finisce sull’oblò sul quale c’è la mosca, ed il particolare sul vetro, corrispondono a quelli girati anche in L’esperimento del dottor K. Rimangono comunque parecchie le differenze con questa pellicola: cambiano i rapporti tra i personaggi (eliminato per esempio l’ispettore e l’indagine), cambia anche la struttura temporale (non è un racconto, ma accade), ed è eliminata la figura della mosca dalla testa bianca (la macchina di Cronenberg non scambia i geni, li confonde). Per forzare la partecipazione dello spettatore all’evento mutante, il regista utilizza la documentazione video di Veronica, un altro sguardo che cerca dentro la scena, dentro l’esperimento, e che terrorizza per quello che registra. Assolutamente incredibili le tranquille passeggiate sulle pareti ed il soffitto di Jeff Goldblum-mosca (Brundlefly), nonché tutti gli effetti speciali: Cronenberg si avvale dell’apporto di trentasei specialisti della ditta Chris Walas Incorporated (F. Di Giammatteo – Dizionario del cinema americano – Editori Riuniti), ed infatti, la pellicola è la più costosa della sua carriera, di circa dieci milioni di dollari, prodotta da Mel Brooks (il Mereghetti – dizionario dei film 2000). Tre anni dopo, la stessa scena girata davanti allo specchio nel quale l’uomo perde la propria identità e prende conoscenza della propria mutazione, si vedrà in Tetsuo (1989) di  Shinya Tsukamoto. C’è stato un fiacco seguito, La mosca 2 (1989) diretto da Chris Walas, l’ideatore del mostro insetto per il quale si guadagnò, con la pellicola di Cronenberg, l’Oscar per gli effetti speciali assieme Stephen Dupuis. Goldblum e la Davis, molto bravi entrambi, all’epoca facevano coppia (il Mereghetti – dizionario dei film 2000). La mosca è l’incubo di un mostro umano, che ha sognato di essere uomo e che è un insetto, ed è forse l’incubo scientifico più triste e straziante del cinema horror e fantascientifico (ultima inquadratura su Geena Davis che piange ed il corpo amorfo e suicida davanti a lei). Il regista David Cronenberg compare come il ginecologo che nell’incubo fa partorire una larva.

 

 

Bucci Mario

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