Inseparabili.
David Cronenberg. 1988. CANADA.
Attori: Jeremy Irons, Geneviève
Bujold, Heidi von Palleske, Barbara Gordon, Shirley Douglas
Durata: 115’
Titolo
originale: Dead
ringers.
Toronto. Canada. 1954. I piccoli
gemelli Mantle, Beverly ed Elliot, scoprendo che cos’è il sesso, chiedono alla
piccola Luciana di farlo, per un esperimento. La bambina si rifiuta. Entrambi
hanno una passione per il corpo umano ed in particolare per la chirurgia micro
ovulare. Cambridge. Massachussets. 1967. All’università di medicina
ginecologica festeggiano il divaricatore chirurgico Mantle, inventato dai
celebri fratelli gemelli, non ancora laureati. Toronto. 1988. Claire Niveau, diva del cinema, è in
visita presso l’ospedale dove lavorano entrambi i gemelli. È sterile, ed i
medici stanno cercando di capire come risolvere il problema. Elliot, il
dongiovanni dei due, convince Beverly ad andare a letto con la star, dopo che
anche lui c’è già stato. Bev, suo malgrado, accetta. I due fratelli hanno
sempre condiviso tutte le esperienze sessuali. A colazione con quella, Beverly
scopre l’uso d’anfetamine da parte dell’attrice. Stanco fisicamente, Beverly si
lascia consigliare dal fratello che gli prescrive della Butazamina, una droga
che potrebbe sollevarlo e far piacere alla donna, anche se gli consiglia di
mollarla. Soli sul divano, Beverly confessa a Claire di avere un fratello e
quella, sconvolta, incomincia ad offenderlo circa il suo nome femminile,
alludendo ad una latente omosessualità. L’uso della Butazamina riappacifica la coppia.
A colazione con un’amica, Claire scopre anche che i fratelli sono perfetti
gemelli e contro la volontà di Bev, riesce ad ottenere di incontrarli entrambi.
A cena a ristorante, Claire constata che non c’è possibilità di distinguerli,
ma è sicura che Elliot è quello cattivo e Beverly quello tenero. Elliot le
confessa di essere stato il primo a portarla a letto e quella lascia il tavolo
offesa. Beverly ne soffre. Ad un gala dove Elliot riceve un prestigioso
riconoscimento, interviene Beverly ubriaco con discorsi che diffamano il
comportamento di entrambi con le clienti. La mattina dopo Elliot riceve
un’offerta per una cattedra all’università mentre Beverly, risentito per quanto
accaduto, stanco, continua ad assumere altri medicinali. Elliot intanto, ha una
storia con Cary e dopo qualche giorno parte per un viaggio. Beverly vede Claire
in un appartamento che voleva acquistare e si ritrovano ancora a discutere
dell’ambiguo rapporto tra lui e suo fratello. Tornano insieme. La notte a casa
di lei, Beverly fa un incubo: sogna di essere a letto con Claire, legato da una
fascia di carne ombelicale al fratello Elliott e per non fare sesso con Claire
davanti a lui, la donna li divide mordendo la fascia di carne. Quella stessa
sera, in un albergo, Elliot va a letto con due gemelle, facendosi chiamare con
entrambi i nomi dei fratelli Mantle. Beverly è distrutto dalle pillole che
assume con Claire. Al ritorno dal viaggio Elliot va a trovare Claire sul set e
quella gli confessa di essere innamorata di suo fratello Beverly e rifiuta un
suo tentativo di sedurla. Pochi giorni dopo Claire parte da Toronto per girare
un’altra pellicola. Beverly sente la sua mancanza e la chiama nella sua stanza
d’albergo ma risponde il segretario e Bev immagina che lei abbia un altro uomo.
A sera, nell’appartamento dove entrambi i gemelli vivono, per tirare su il
morale a Beverly, Elliot fa ballare Cary stretta da entrambi gli uomini.
Beverly sviene: ha bisogno di essere disintossicato ed Elliot decide di
prendersi cura di lui. Durante una normale visita, Beverly usa il divaricatore
chirurgico con una paziente, convinto che abbia una mutazione della vagina. In
strada, Bev vede in vetrina le opere dell’artista Anders Wolleck e gli domanda
di forgiare in metallo chirurgico alcuni strumenti ginecologici per donne
mutanti da lui disegnati. La clinica intanto perde clienti e, durante
un’operazione, Beverly, scosso dalle medicine, tenta di utilizzare i nuovi
strumenti appena forgiati. L’indomani Elliot chiede scusa ai dirigenti al posto
del fratello ma quelli se ne accorgono e allontanano entrambi dalle operazioni
più importanti. Elliot prova ancora a disintossicare il fratello. Tornata dalle
riprese, Claire contatta di nuovo Beverly. Rimasto chiuso all’interno del suo
studio nella clinica, il dottor Mantle si fa aprire da un custode. In strada
trova gli strumenti ginecologici Mantle esposti alla mostra dell’artista
Wolleck e se ne riappropria. Arriva sconvolto da Claire che gli dà del Seconal.
La mattina dopo, Beverly le dice che quegli attrezzi servono a separare i
siamesi. Torna nello studio, a soqquadro come se fosse un appartamento, e nella
doccia trova Elliot. Vestiti entrambi uguali, festeggiano il giorno del loro
compleanno. Beverly droga Elliot e decide con il suo consenso di dare via
all’operazione. Al mattino Bev chiama il fratello, che non vede morto sul
lettino. Scende in strada, chiama una donna dalla cabina telefonica, riattacca
senza parlare. Torna nello studio. È abbracciato alle gambe del deceduto
fratello.
Dopo la fruttuosa esperienza
americana de La mosca (1986), che gli permette di tornare ad essere
finalmente anche produttore, abbandonando genere e paese, il regista torna a
girare nel suo Canada una pellicola che si costruisce su diversi livelli,
confusi almeno quanto quelli di Videodrome (1983). Il tema del doppio,
naturalmente, è la base strutturale e narrativa di tutta la pellicola (che si
apre proprio sui due fratelli ancora fanciulli e si chiude nell’abbraccio
mortale di entrambi): il rapporto tra i due gemelli, Jeckyll ed Hyde Mantle (“Andrà
tutto bene, basta che fai me” dice Elliot a Beverly; “Sono davvero tanto
diverso da Bev?” Elliot guardandosi allo specchio nel camerino di Claire,
ma rivolto a se stesso); il collegamento tra l’interno e l’esterno del corpo
umano (vorrebbero fare un concorso di bellezza per l’interno del corpo);
l’incubo di Beverly, prima di assoluta unione e poi della dolorosa separazione
per mano (bocca, morso) di Claire, l’elemento di confusione, distruttivo, nella
saga dei fratelli Mantle. Fin dai titoli di testa, su sfondo rosso
mestruale, dove antichi disegni riproducono feti, corpi sezionati, coppie
siamesi e strumenti chirurgici senza tempo, è chiaro che questa volta
l’ossessione di Cronenberg per la medicina ed il rapporto tra paziente e medico
finalmente diventa punto centrale del suo percorso (“Oggigiorno è difficile
trovare dei medici di cui potersi fidare”) questa volta affrontato con
sottili innesti che fanno riferimento anche al rapporto tra cinema e medicina:
la dipendenza dell’attrice Claire Niveau dalle droghe mediche è nello stesso
medico che gliele prescrive e che le assume senza controllo (o meglio sarebbe
dire con l’eccessiva sicurezza di poterle controllare). Più che nelle
precedenti pellicole, infatti, Cronenberg utilizza largo uso di sostanze che
alterano chimicamente il corpo: fiumi di alcool, medicinali e droghe sono un
reticolato di assunzioni che s’introducono, s’iniettano nel corpo dei
protagonisti alterandone umori, rapporti, dipendenze affettive. Mutazioni
invisibili (inseparabili) all’interno del corpo femminile (prima ancora della
procreazione quindi): la vagina mutante di Claire, un elemento di confusione,
distruttivo, che porterà il gemello Beverly a distruggere entrambi i Mantle. È,
in fondo, una sconvolgente storia d’amore e il film più perverso degli anni
ottanta (il Morandini – Dizionario dei film 2004). Mutazioni invisibili
anche quelle dell’uno e del doppio, la mutazione in se stessi, la più
contaminante (E.Ghezzi – Paura e desiderio – Bompiani). Le coordinate
psicologiche dei due fratelli gemelli (la cui psiche siamese è l’insieme di
tutte le interpretazioni possibili di quanto accade ad entrambi) sono legate
fra loro in un complicato gioco ad incastri tanto profondo da confondere lo
spettatore sulla vera natura del professor Mantle. Ciò che Cronenberg, infatti,
riesce ad ottenere con superlativa maestria, è soprattutto il dubbio che
l’alter ego possa non esistere veramente, e che si tratta invece sempre della
stessa persona: “Non sapevo che avei un fratello” chiede Claire alla
quale Beverly risponde “Sì, ma non siamo molto uniti”; la telefonata
finale del dottor Mantle, la voce femminile dall’altro capo del telefono (Cary
o Claire?) pone (forse) il dubbio finale su chi abbia ucciso l’altro. Il
rapporto conflittuale dei due gemelli (entrambi accusano l’altro di una
latente, costante minaccia di pericolosità) rimane saldato dalla forte
dipendenza che uno mostra dell’altro, in un rapporto quasi omosessuale e
incestuoso (“Siamo inseparabili, quando saremo sincronizzati sarà più facile
per tutti e due”). Tra identico ed identità, la mostruosità si nasconde
(dentro, dietro) la seconda. Inseparabili comunque: Elliot il più grande
(chiama Beverly fratellino) ma dipendente dalla genialità di quello (è
lui più bravo nella ricerca). Tra scienza e genio, la follia dell’uomo, del
professore e del medico, gli inseparabili Mantle: “Questa clinica è la
migliore perché noi abbiamo la tecnologia”. L’orrore cronenberghiano,
latente, sinuoso, fastidiosamente in attesa, in realtà è la scoperta che non
c’è peggiore mostruosità di quel che lampantemente e tranquillamente appare,
non c’è devianza più orribile dell’identità stessa (E.Ghezzi – Paura e
desiderio – Bompiani). Ancora più penetrante infine, l’uso del video
(visibile): le grosse labbra di Videodrome (1983) questa volta sono
l’interno della vagina che è trasmesso in una stanza mentre un’equipe di medici
è a lavoro nella sala operatoria. Accuratissimi tutti gli abiti di scena: i
camici sabbatici dei medici e la circolarità narrativa dei vestiti dei gemelli,
uguali solo all’inizio (nascita) ed alla fine (morte). Meraviglioso l’uso dello
tecnica dello split-screen, superlativo ed impagabile Jeremy Irons (il
corpo disteso con le luci della città sullo sfondo, fotografia di Peter
Suschitzky). Ancora una volta Cronenberg dimostra un’avversione per i girati in
esterno, utilizzati come al solito anche in questa pellicola per brevi passaggi
o per contestualizzare gli interni: particolare è la coincidenza che le uniche
azioni esterne sono entrambe collegate a quelle di Scanners (1988), la
cabina telefonica e l’incontro con l’artista Anders Wolleck, interpretato
proprio da Stephen Lack che in quella pellicola era il protagonista Darryl
Revok. Auto citazione del regista con il morso materno di Claire al cordone
ombelicale che lega i due fratelli: Nola Carveth che partorisce i suoi figli
dell’odio in Brood (1979). Estremamente liquidatoria a questo proposito
l’analisi di Irene Bignardi: Brood e Inseparabili esprimono un tale profondo
disagio nei confronti dell’anatomia femminile che sfiorano il sadismo
(I.Bignardi – Il declino dell’impero americano – Feltrinelli). Sia Inseparabili
che Brood, sono molto di più infatti. La sceneggiatura del film, tratta
dal soggetto originale Twins di Bari Wood e Jack Geasland, è scritta da
Cronenberg e Norman Snider, e s’ispira al caso di cronaca dei gemelli Markus
(il Mereghetti – Dizionario dei film 2000). In molte scene la controfigura di
Irons è interpretata da John Bayliss (il Mereghetti – Dizionario dei film
2000). “La separazione può essere una cosa spaventosa” e così come era già
accaduto in Scanners (1998), è impossibile che avvenga senza la morte di
uno dei due (lo sguardo di Revok che entra nel corpo di Cameron).
Bucci Mario
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