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Freaks
Anno: 1932
Regista: Tod Browning;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

Freaks. Tod Browning. 1932. USA.

Attori: Wallace Ford, Olga Baclanova, Leila Hyams, Harry Earles, Roscoe Ates, Henry Victor

Durata: 64’

 

 

Ad una fiera un uomo esibisce una bestia rara ma prima di mostrarla al pubblico, racconta la sua storia svoltasi in un circo francese. Cleopatra, trapezista conosciuta come la Sfinge Volante, era una bella donna che aveva fatto perdere la testa al nano Hans, fidanzato della piccola Frida. In città, non tutti sembravano felici dell’arrivo del circo, popolato d’esseri deformi e mostruosi. Nelle carrozze, il forzuto Ercole litigava con la moglie Venere, consolata dal clown e si metteva d’accordo con Cleopatra per truffare il ricco nano. Hans alla fine c’era cascato ed aveva sposato Cleopatra. Alla cena di matrimonio però, la donna si era rifiutata di entrare a far parte della grande famiglia del circo. Lasciata sola con Hans, aiutata da Ercole, aveva cercato di avvelenare il nano ma era stata scoperta dagli altri componenti del circo i quali, in una notte di tempesta nella quale tutta la carovana era in viaggio, l’avevano aggredita. Alla fiera dove è messa in mostra come bestia rara, essa appare metà donna e metà pennuto.

Tod Browning, regista legato al tema delle diversità, mette in scena, dopo l’ottimo Dracula (1931) con Bela Lugosi, forse il miglior film della sua carriera, la summa del cinema browninghiano. Ispirato al racconto Spurs di Tod Robbins (sceneggiatura di W. Goldbeck e Leon Gordon), interpretato da autentiche “mostruosità”, quelli che non hanno bisogno di trucchi, i cosiddetti scherzi di natura [1], esseri deformi o dall’aspetto istupidito, balbuzienti, gemelle siamesi che si stanno entrambe per posare con due uomini diversi, uomini-torso, tutti, che non sfigurano di fronte alla disumanità della bella Cleopatra ed alla rozza e volgare esuberanza di Ercole. Un circo di mostruosità estetiche viste e raccontate come piene d’umanità (la storia d’amore del clown; le preoccupazioni di Frida per Hans; la passione che domina tutte le azioni), caratterizzato però da un fortissimo senso di fratellanza, che corre in aiuto del nano Hans, in una delle sequenze più tremende (belle) di tutta la pellicola, nell’aggressione a Ercole sotto il diluvio, per vendicare a loro volta un’aggressione, una violenza, ma soprattutto un’offesa alla quale quell’uomo e la sua donna non si sono mai tirati in dietro. I mostri sono mostri, e alla fine agiscono, nella vendetta, come mostri. Senza pietà [2]. Comico (cinico) a tratti (l’impossibilità delle due sorelle di vivere una vita privata è affrontato con una leggerezza disarmante) forse per questo davvero una pellicola triste e profonda, la cui regia giunge alla sublimazione crudelissima di una realtà che, a raccontarla o a vederne delle fotografie, parrebbe intollerabile [3]. Prodotto da Irwing Thalberg della MGM per rispondere al Frankenstein (1931) di James Whale, prodotto dalla specializzata Universal (che aveva prodotto anche il precedente film di Tod Browning). Fu per trent’anni proibito nel Regno Unito [4] e da subito considerato come un film maledetto cui tocco subire una serie di tagli e censure. Uno scenario così composto, con attori mutilati e deformi, verrà riproposto nella stessa misura, se non maggiore, nel western surreale El topo (1971) di Alejandro Jodorowsky.    

 

 

Bucci Mario

[email protected]



[1] Massimo Moscati – Breve storia del cinema – Bompiani

[2] F.Di Giammatteo – Dizionario del cinema americano – Editori riuniti

[3] E.Ghezzi – Paura e desiderio – Bompiani

[4] Morando Morandini – Dizionario dei film 2004 - Zanichelli