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Cabal - Nightbreed
Anno: 1989
Regista: Clive Barker;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA; CANADA;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

Cabal.  Clive Barker. 1989. USA-CANADA.

Attori: Craig Sheffer, Anne Bobby, David Cronenberg, Charles Haih, Hugh Quarshie, Doug Bradley, John Agar

Durata: 99’

Titolo originale: Nightbreed

 

 

Soggettiva di una fuga da mostri terribili. È un incubo. È l’incubo di Aron Boone. È uno di quegli incubi per i quali è dovuto ricorrere alle cure del dottor Decker…. Un uomo con una maschera sul viso massacra a colpi di rasoio un’intera famiglia…. Boone torna a trovare il suo medico per parlare di Madian, il luogo dove crede di incontrare questi mostri. Il dottore invece, gli consiglia di costituirsi perché è convinto che sia lui ad aver massacrato sei famiglie negli ultimi dieci mesi. Gli consegna delle medicine che però hanno l’effetto di stordire Boone che finisce sotto un camion. Al pronto soccorso, i medici gli svelano che al posto del litio ha assunto un potente allucinogeno. In una corsia dell’ospedale Boone incontra un uomo che, convinto che lui sia colui che doveva attendere, gli confida dov’è la città di Madian e si toglie lo scalpo per dimostrargli che è pronto. Aron decide così di andare a visitare il luogo dei suoi incubi e scopre che è un cimitero. Si addormenta fra le tombe ed a notte viene aggredito da due mostri ai quali però riesce a sfuggire. Una volta fuori dal cancello del cimitero, dove ad attenderlo ci sono il dottor Decker ed il corpo di polizia, è fucilato perché il medico dice ai poliziotti che è armato, mentendo. Il corpo di Aron però, poche ore dopo, scompare dall’obitorio. Lori, la sua donna, decide allora di andare a trovare Madian mentre Aron, che incontra nuovamente l’uomo senza scalpo, partecipa al rito d’accettazione da parte del gruppo di mostri e diventa uno di loro. Giunta in paese, Lori fa conoscenza di Cheryl la quale la mattina dopo la conduce al cimitero. Al suo interno Lori salva la vita alla figlia di Rachel, un essere delle tenebre, ma quando domanda di avere notizie di Boone al resto del gruppo dei mostri, gli è vietato anche l’accesso. Fuori dal cimitero, Lori trova il cadavere di Cheryl, massacrata dal dottor Decker che la sera prima si era presentato a lei come un suo spasimante. Inseguita dal medico, Lori si rifugia all’interno del cimitero dove Aron riesce a trarla in salvo. Nel paese vicino, Decker tortura un anziano rigattiere per estorcere notizie su Madian e contatta l’ispettore Joyce, incaricato di seguire il caso di Aron Boone. Nella città sotterranea di Madian, Lori si addentra fino al tabernacolo del dio Baphomett dove riesce a trovare Aron ed a convincerlo ad abbandonare il posto. Si rifugiano in un motel dove però il dottor Decker, ancora sulle loro tracce, ha massacrato i titolari ed altri ospiti. Sopraggiunge una squadra di poliziotti locali che arrestano Aron, ritenendolo colpevole. L’ispettore Joyce, costretto a collaborare con il violento capitano Eigerman, vuole vederci meglio e si fa scortare da alcuni uomini della polizia locale fino al cimitero. Qui il gruppo riesce a catturare uno di quegli esseri che muore però sotto i raggi del sole. In carcere invece, il controllo di un medico svela che Aron in realtà è un uomo morto. Il capitano Eigerman, contattato dal gruppo al cimitero che ha subito un attacco dai mostri, si convince circa la teoria della città dei morti espressa dal dottor Decker e decide di formare una squadra per distruggere il posto, anche con l’aiuto del reverendo Ashbury, un prete che ha perso la fede. Con l’aiuto di Rachel e dell’uomo senza scalpo, Lori invece riesce a liberare Aron dalla cella ed a tornare in tempo a Madian, sotto assedio da parte della polizia. Durante quella che appare come una vera e propria battaglia, Decker ne approfitta per uccidere Joyce. I poliziotti riescono a far saltare in aria gran parte della città sotterranea, costringendo i mostri a venire allo scoperto ed uccidendoli. Il tempestivo arrivo di Aron, convince gli esseri delle tenebre a resistere e rispondere agli attacchi. Per la difesa finale, vengono liberati i mostri più cattivi che sottoterra erano tenuti in gabbia. Solo contro Decker, Aron riesce ad ucciderlo ed a salvare i superstiti. Il dio Baphomett lo nomina Cabal, Profeta della stirpe, e gli assegna il compito di trovare una nuova città per i mostri. Sottoterra, il reverendo Ashbury, ustionato in viso dal liquido sacro di Baphomett, inserisce un cuore nel corpo esanime di Decker, e prepara la sua vendetta.

Seconda pellicola di uno degli autori letterali del new horror. Dopo l’interessante Hellraiser (1987), tratto anch’esso da una novella dello stesso regista, il britannico Clive Barker, autore anche della novella dalla quale Cabal è tratto, sceglie un tema molto più impegnativo e stimolante. Film religiosissimo che affronta soprattutto il tema della diversità e la soppressione di questa, ispirato agli episodi descritti nell’Esodo, ed in particolare proprio alle figure di Mosè e di suo fratello Aronne, il profeta d’Egitto. Ovviamente la visione di Barker è critica: la battuta dei primi poliziotti che accorrono sul luogo e che vedono morire il mostro fatto prigioniero “E’ stato il sole ad ucciderlo! La nostra arma è lassù”. Madian altro non è che il luogo dove i mostri, i diversi, sono costretti a rintanarsi, al riparo dalla luce, perché distrutti da un potere, religioso e militare, che per secoli li ha perseguitati. Madian è dove i mostri si nascondono, dove finisci di soffrire, e dove tutto ti è perdonato. È la morte, il luogo immaginario che accoglie (nel quale sono relegati sarebbe meglio dire) un insieme di diversità che il mondo superiore, quella che è in superficie, non accetta e reprime: dice il capitano Eigerman prima di sferrare l’attacco al cimitero “Che siano comunisti, mostri o mutanti supercromosomici del terzo mondo, noi siamo pronti, siamo i paladini della libertà” in una dichiarazione di guerra religiosa, sociale, ideologica, politica. Il nuovo Profeta, Cabal appunto, l’antiprofeta, è colui che ridà dignità alla mostruosità, è colui in grado di spronare i mostri a rispondere, colui che assicura che “…se vogliamo sopravvivere non dobbiamo più nasconderci”. Il viaggio verso Madian, esplorazione nell’incubo, l’addentrarsi in una realtà oscura la cui immagine pare un incubo che svanisce nel momento in cui ci si riconosce diversi, accettandone la condizione, e non nascondendosi più. È questo il senso del viaggio di Boone dalla vita alla morte, il suo addentrarsi nel’incubo per riconoscere la sua identità di diverso. Prodotto da Gabriella Martinelli, che aveva già prodotto altre pellicole di David Cronenberg, Cabal vede la felice partecipazione proprio di quest’ultimo, del regista canadese, nei panni del dottor Decker, lo spietato serial killer disposto a distruggere Madian. Davvero buona la sua prova di attore. Probabilmente, oltre al tema ed al personaggio dello psicologo psicopatico, alcune fondamentali battute potrebbero aver contribuito alla sua partecipazione: “Signorina Winston, tutti possiamo avere una doppia identità” (quasi metà biografia del regista canadese studia proprio questa doppia relazione dell’io e dell’essere). Punto forte della pellicola è soprattuttto l’indiscutibile lavoro sulle figure che abitano il meraviglioso mondo sotterraneo dei morti (la cui scenografia è stata affidata al buon Ricky Eyres). “È carne! È carne!” grida un mostro, ma si tratta di carne morta.

 

 

Bucci Mario

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