Jeepers
creepers – Il canto del diavolo. Victor Salva. 2001. USA.
Attori: Gina
Philips, Justin Long, Jonathan Breck, Patricia Belcher, Brandon Smith, Eileen
Brennan
Durata: 86’
Titolo
originale: Jeepers
creepers
Darry e Trish sono fratello e
sorella. Stanno tornando a casa a bordo della loro automobile percorrendo una
strada desolata. Un camion marrone con i vetri scuri li spaventa nel tragitto,
ma poi li lascia stare. Passando vicino ad una vecchia chiesa si accorgono che
il guidatore sta scaricando qualcosa in un grosso tubo. Incuriositi si fermano
a controllare e Darry, intrufolandosi nel tubo dove aveva visto gettare il
grosso pacco scopre che sotto la chiesa è pieno di cadaveri sezionati.
Terrorizzati dal ritorno del camion, si rifugiano in un bar e chiedono aiuto
alla polizia del posto che li scorta sul tragitto che porta alla chiesa. Poco
prima di arrivare sul luogo la coppia di poliziotti è assalita e massacrata dal
guidatore del camion. Trish e Darry cercano allora rifugio presso l’abitazione
di un’anziana signora che vive con decine gatti ma anche questa è uccisa.
Tentando un’ennesima fuga riescono ad investire con la loro automobile
l’assassino e fanno in tempo a capire che si tratta di un’entità demoniaca.
Rifugiatisi presso il comando di polizia, sono raggiunti da una preveggente che
aveva sognato gli avvenimenti capitati ai due fratelli. Il mostro, nel
frattempo, si è rimesso in sesto e li raggiunge compiendo una strage. Trish e
Darry cercano di nascondersi in una stanza al piano di sopra ma il mostro li
raggiunge e sequestra Darry risparmiando sua sorella Trish. L’ultima
inquadratura è sul volto di Darry, nella caverna dell’orco, al quale il mostro
ha strappato gli occhi.
Prodotto, fra gli altri, da
Francis Ford Coppola, questo secondo lavoro del regista Salva s’inserisce in un
fortunato periodo di revival dell’horror (lo stesso che ha permesso agli autori
spagnoli e nipponici di cavalcare l’onda del genere). Girato con una certa
fretta (è netta la differenza tra la prima parte del film e la seconda, una
volta che si è scoperta l’entità del cattivo) non impressiona lo spettatore più
di tanto ed è, tra quelli che hanno cavalcato l’onda del new horror,
quello che più si rifà al modello slasher anni ottanta (decapitazioni e
accenni allo splatter). Peccato che alla fine ci sia più di un punto sul quale
si rimane insoddisfatti (il collegamento con la canzone del grammofono è poco
chiaro così come più di un dettaglio mancante che alla fine lascia il mostro
con una definizione tanto esile da non spaventare nessuno). Interessante è
comunque la scelta di appoggiare l’intero racconto su una sola coppia, di
fratelli per giunta, e che permette alla fine non solo di salvare il
cattivo, ma addirittura di promettere un sequel (lo sguardo del mostro
dall’orbita svuotata di Darry). Girato in regime di low budget, in
America ha pareggiato gli incassi di un qualsiasi altro blockbuster.
Bucci Mario
[email protected]