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Irrèversible
Anno: 2002
Regista: Gaspard Noè;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Francia;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Irrèversible. Gaspard Noè. 2002. FRANCIA.

Attori: Monica Bellucci, Vincent Cassel, Albert Dupontel, Jo Prestia

Durata: 95’

 

 

Due uomini, uno mezzo nudo e l’altro vestito, filosofeggiano nell’appartamento sopra la discoteca Rectum. Dal locale esce, trasportato in barella, Marcuse. Egli vi era entrato in compagnia dell’amico Peter, alla ricerca de Il Tenia, per compiere una vendetta. A condurli in quella discoteca era stata l’informazione di un travestito che una coppia di malavitosi del quartiere aveva riconosciuto trovando una borsetta nel sottopassaggio. Il transessuale, infatti, era stato picchiato proprio pochi minuti prima da Il Tenia, ed aveva assistito alla violenza sessuale che questo aveva poi compiuto su Alex, la ragazza di Marcuse. Alex aveva deciso di tornare da sola da una festa alla quale aveva partecipato in compagnia di Marcuse e Peter, e per attraversare la strada aveva scelto proprio il sottopasso. Poco prima di andare alla festa, Alex aveva anche scoperto di essere in cinta di Marcuse.

Secondo lungometraggio per il franco-argentino Noè, all’insegna del cinema teorico per spettatori duri di stomaco. L’idea principale, infatti, ruota tutta attorno alla frase che l’uomo mezzo nudo pronuncia all’inizio del film “Il tempo distrugge ogni cosa”. In questa sua sfida personale, Noè riesce, non senza difficoltà, nell’impresa di distruggere il percorso narrativo temporale comune, partendo dalla fine della storia e ripercorrendo la trama al contrario (partendo da dietro, dal Rectum che è la discoteca dove si consuma l’ultima violenza) attraverso espedienti dell’immagine che ruota tra una sequenza e l’altra, confondendo così anche le coordinate spaziali. Appoggiando tutto il peso del film sulle due scene aggressive (quella dell’estintore e quella della violenza sessuale sulla Bellucci) egli arriva al lungometraggio con diverse sequenze da chiacchiericcio tra i protagonisti. In questo suo percorso all’indietro (la pellicola termina come se fosse rientrata nel proiettore in sala) egli passa dalla veemenza narrativa del finale (videocamera che confonde le immagini, le deforma fino a disturbare lo spettatore) fino alla calma che anticipa la serata che attende i protagonisti, fino a quando cioè la storia deve ancora cominciare (utilizzando così una patinata classicità dell’inquadratura). Forte rimane comunque la scelta di piazzare la m.d.p. a terra, immobile, a pochi passi dalla Bellucci mentre è violentata (in una sequenza lunga oltre dieci minuti). Percorrendo il cammino all’indietro però, egli non rinuncia alla simmetria e così, il rapporto anale che Marcuse confessa di voler avere con Alex, si consuma nella violenza de Il Tenia, e la vendetta che sempre lo stesso Marcuse vorrebbe compiere, è invece concretizzata da Peter, il compagno precedente di Alex, colui che alla fine è quello che più di tutti è toccato dalla violenza che quella ha subito. Presuntuosa l’ultima immagine sul poster di 2001: odissea nello spazio e quel frammento d’universo che si coglie nell’ultimo fotogramma. Due parole, pronunciate nei dialoghi della sceneggiatura, pongono un’unica domanda: Marcuse, quando si presenta ad una ragazza durante la festa, dice di chiamarsi Vincent (poi correggendosi) e quando è da solo in casa con Alex, fa apprezzamenti positivi al suo posteriore italiano. È una scelta volontaria da parte del regista quella di rompere per un attimo la trama della pellicola ed inserire due elementi reali (i due attori, Vincent Cassel e Monica Bellucci, fanno coppia anche nella vita) o si tratta di un eccessiva libertà nei dialoghi? Il personaggio che all’inizio si racconta nudo nell’appartamento sopra la discoteca per gay, è il protagonista della pellicola precedente del regista, Il macellaio, inedita in Italia. Monica Bellocci, con questo lavoro, ha forse trovato l’unico regista che l’abbia fatta apparire quasi un’attrice (anche se il meglio di sé lo da proprio nella scena della violenza, quando cioè non può parlare).

 

 

Bucci Mario

        [email protected]