NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Ricordati di me
Anno: 2003
Regista: Gabriele Muccino;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Ricordati di me. Gabriele Muccino. 2003. ITALIA.

Attori: Laura Morante, Fabrizio Bentivoglio, Nicoletta Romanoff, Silvio Cuccino, Monica Bellocci.

Durata: 115’ min.

 

 

Roma. Una voce fuori campo introduce la famiglia Ristuccia. Carlo e Giulia sono in crisi, il loro matrimonio procede tra silenzi e bufere; Paolo e Valentina, i loro figli, convivono con una condizione che non è come loro vorrebbero: Valentina desidera diventare una ballerina di un programma televisivo e Paolo rincorre l’amore di una compagna di scuola, Ilaria. Quattro vite che, nell’incomunicabilità famigliare, prendo temporaneamente altrettante strade diverse. Carlo ritrova Alessia, una sua vecchia fiamma, e per lei decide di lasciare il frustrante lavoro ed abbandonare la famiglia; Giulia ritorna a fare teatro affrontando le paure che durante il matrimonio aveva messo da parte; Valentina riesce ad entrare nello spettacolo flirtando con il conduttore Stefano Manni; Paolo organizza una festa di compleanno a base di marijuana per ingraziarsi le tendenze di Ilaria. Un incidente mette fuori causa Carlo per un po’ e la famiglia ne approfitta per tornare insieme.

Quarta regia di Gabriele Muccino che riprende i temi del suo più grande successo di pubblico, L’ultimo bacio (2000) senza apportare notevoli modifiche: incomunicabilità famigliare (che anche questa volta si risolve nello sforzo comunicativo), dramma del tradimento, disperazione dei bisogni. Il lavoro però, oltre che ripercorrere temi e situazioni già adottate come canovaccio dei precedenti lavori, non ha stessa qualità fotografica che aveva contraddistinto il cinema di Muccino, e continua a mostrarsi inscindibile dal pacchetto musicale, le cui composizioni ricordano American Beauty (1999) di Sam Mendes, e soprattutto dall’ottimo montaggio di Claudio Di Mauro. Bravi, molto, tutti gli attori principali a rappresentare un nucleo famigliare fatto di persone che fondamentalmente mancano a se stessi. Del regista si può apprezzare l’uso dell’inquadratura, i percorsi avvolgenti della macchina da presa, ed il fatto che sia riuscito a far rendere credibile il personaggio interpretato da Monica Bellucci, spesso irritante in altri lavori. Rimane in ogni caso un prodotto che si ripete, compreso il finale, sopravvalutato e confuso (la critica al fenomeno televisivo ed alla favola dei meriti, alla fine si perde nel fatto che Valentina riesce ad ottenere quel lavoro che tanto aveva desiderato), di maniera (stati d’animo e personaggi nei quali è difficile l’immedesimazione dello spettatore) e fin troppo facile, considerando il cast a disposizione. Discutibile, quanto le parole di Valentina “Le brave ragazze vanno in paradiso, io voglio andare dappertutto”, parole che giustificano il senso borghese di una vita vissuta all’ombra di un’infelicità giustificata. Ha collaborato alla stesura della sceneggiatura Heidrun Schleef, già autore de La stanza del figlio (2001) di Nanni Moretti e dei film di Calopresti.

Ho incontrato il regista ed il produttore, Domenico Procacci, ed entrambi hanno confermato che le prime intenzioni erano di fare una continuazione del precedente lavoro, magari riprendendo la storia dal gruppo d’amici che parte con la jeep. Alla luce di quanto detto allora, ancor di più si vede la necessità di un filo di continuità con L’ultimo bacio, che però si è risolta in una ripetizione dello stesso lavoro – successo (??).

 

 

Bucci Mario

        [email protected]