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La grande guerra
Anno: 1959
Regista: Mario Monicelli;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia; Francia;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

La grande guerra. Mario Monicelli. 1959. IT-FRA.

Attori: Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Silvana Mangano, Romolo Valli, Folco Lulli, Mario Valdemarin, Livio Lorenzon, Bernard Blier, Tiberio Murgia, Elsa Vazzoler

Durata: 140’

 

 

Leone d’Oro alla XX Mostra del cinema di Venezia (ex aequo con Il generale Della Rovere di Rossellini) uno dei più bei film di guerra prodotto dal cinema italiano (in co-produzione francese). Prendendo come spunto Due amici di Maupassant, il regista Monicelli racconta il suo modo di vedere la guerra, mettendo in risalto un po’ tutti gli aspetti del gesto più disumano dell’uomo. La grande guerra è allora anche il pretesto per narrare tutti i modi di vivere una guerra, dentro la quale sono richiamati due lavativi con il volto di Gassman (rappresentante dell’italiano padano) e Sordi (per i romani meridionali). Attraverso le gesta ed i gesti di un gruppo di commilitoni (pecoroni e minerali ecco cosa siete! grida Gassman) e soprattutto dei due protagonisti, la storia sviluppa la guerra in se stessa, attraverso una serie d’episodi volti a tirar fuori l’umanità del gesto comune, il ridicolo delle guerre, la guerra dialettale dell’Italia macchiettistica, la guerra cantata e decantata, la guerra degli spiccioli fra commilitoni, la guerra di trincea (…un lungo ozio senza un minuto di riposo…) e la guerra delle abitudini (Gassman e Sordi che temporeggiano come cecchini concedendo la gioia del caffè al loro obiettivo).

Grandi immagini corali di battaglie (girato in Cinemascope) nel racconto si alternano i vari escamotages dei due involontari militari, scansafatiche, ai quali solo alla fine, di fronte alla morte, si presenta l’occasione di farsi valere, secondo la retorica patriottarda (Mereghetti il critico così definisce) come leali vigliacchi.

Grandiosi Gassman e Sordi “…anche questa volta quei due lavativi se la sono scampata…”.

 

 

Bucci Mario

        [email protected]