La
grande guerra. Mario Monicelli. 1959. IT-FRA.
Attori: Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Silvana
Mangano, Romolo Valli, Folco Lulli, Mario Valdemarin, Livio Lorenzon, Bernard
Blier, Tiberio Murgia, Elsa Vazzoler
Durata: 140’
Leone d’Oro alla XX Mostra del
cinema di Venezia (ex aequo con Il generale Della Rovere di Rossellini)
uno dei più bei film di guerra prodotto dal cinema italiano (in co-produzione
francese). Prendendo come spunto Due amici di Maupassant, il regista
Monicelli racconta il suo modo di vedere la guerra, mettendo in risalto un po’
tutti gli aspetti del gesto più disumano dell’uomo. La grande guerra è
allora anche il pretesto per narrare tutti i modi di vivere una guerra, dentro
la quale sono richiamati due lavativi con il volto di Gassman (rappresentante
dell’italiano padano) e Sordi (per i romani meridionali). Attraverso le gesta
ed i gesti di un gruppo di commilitoni (pecoroni e minerali ecco cosa siete!
grida Gassman) e soprattutto dei due protagonisti, la storia sviluppa la guerra
in se stessa, attraverso una serie d’episodi volti a tirar fuori l’umanità del
gesto comune, il ridicolo delle guerre, la guerra dialettale dell’Italia
macchiettistica, la guerra cantata e decantata, la guerra degli spiccioli fra
commilitoni, la guerra di trincea (…un lungo ozio senza un minuto di riposo…)
e la guerra delle abitudini (Gassman e Sordi che temporeggiano come cecchini
concedendo la gioia del caffè al loro obiettivo).
Grandi immagini corali di
battaglie (girato in Cinemascope) nel racconto si alternano i vari escamotages
dei due involontari militari, scansafatiche, ai quali solo alla fine, di fronte
alla morte, si presenta l’occasione di farsi valere, secondo la retorica
patriottarda (Mereghetti il critico così definisce) come leali vigliacchi.
Grandiosi Gassman e Sordi “…anche
questa volta quei due lavativi se la sono scampata…”.
Bucci Mario
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