La
banda del trucido. Stelvio Massi. 1977. ITALIA.
Attori: Tomas Milian, Luc
Merenda, Elio Zambuto
Durata: 99’
Roma. Il commissario Ghini è alle
prese con una dilagante violenza urbana. Per farsi aiutare è costretto a
ricorrere a Monnezza, il gestore del ristorante La pernacchia che si
cimenta anche come insegnate in una scuola per ladruncoli che rifiutano l’uso
delle armi. Quando un suo uomo, Ranocchietta, è ucciso da uno al quale
aveva offerto il suo servizio, il Monnezza si metterà sulle tracce dell’assassino
con la stessa caparbietà del commissario Ghini.
Secondo appuntamento ufficiale
con il personaggio di Monnezza (Tomas Milian autore anche dei suoi dialoghi) la
cui presenza obbliga a dividere il film esattamente in due parti. Una vuole Luc
Merenda (commissario Ghini) invischiato in scazzottate ed inseguimenti e
l’altra Tomas Milian impastato tra parolacce e gigionerie (i due si dice non si
potessero sopportare sul set). Passaggio ufficiale da un ruolo all’altro per
l’attore cubano (dal cattivo sadico al delinquente buono che strappa la risata)
che anche durante il film avverte lo spettatore della sua scelta (quando piange
per la morte di Ranocchietto entra un suo studente che lo fa ridere e
lui dice Io dovrei piagne e tu me fai ride, ho capito ho sbagliato tutto…).
Nonostante le buone inquadrature e le sequenze d’azione, sembra il canto del
cigno del genere, prossimo ormai anche questo alla contaminazione alla romanaccia.
Sceneggiatura di Dardano Sacchetti, Elisa Briganti e Stelvio Massi; musiche riciclate
dello stesso Bruno Canfora da Il trucido e lo sbirro (1976) di Umberto
Lenzi, il film perde molto perché brutto in quasi tutte le volgarità di
Mondezza, ma rimane interessante per molte altre sequenze ed inquadrature.
Bucci Mario
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