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Il fantasma dell'Opera - Phantom of the Opera
Anno: 1943
Regista: Arthur Lubin;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Il fantasma dell’Opera. Arthur Lubin. 1943. USA.

Attori: Claude Rains, Nelson Eddy, Susanna Foster, Hume Cronyn.

Durata: 92’ min.

Titolo originale: Phantom of the Opera

 

 

Parigi. Il violinista Claudin termina il suo rapporto con l’orchestra dell’Opera a causa della sua vecchiaia. Innamorato della giovanissima cantante Christine Dibois, alla quale s’interessa segretamente pagandole anche le lezioni di canto, è costretto a vendere una sua opera pur di trovare di che vivere. Scopre invece che il maestro al quale ha domandato la pubblicazione è in procinto di soffiargliela e quindi si vede costretto ad aggredirlo, ma nella colluttazione rimane sfigurato da una vaschetta piena d’acido. Claudin si rifugia allora nei meandri dell’Opera e cerca di far di tutto pur di far diventare Christine una diva, scegliendo anche la via dell’omicidio. Sulle sue tracce si mette sia la polizia che il suo fidanzato, cantante anch’egli, ed è organizzata una particolare rappresentazione dove manca proprio il talento della giovane Christine. Claudin, che dopo l’incidente si aggira con una maschera che gli copre il viso, decide di vendicarsi tagliando le catene di un grosso lampadario, sfiorando la strage. Rapita Christine, la conduce nei sotterranei dell’Opera per averla al suo fianco tutta la vita. Duettando con la donna, è riconosciuto il suo nascondiglio dalla polizia ed il povero violinista muore fra le macerie del luogo a causa dell’effetto della detonazione di un colpo di pistola.

Seconda rappresentazione cinematografica ufficiale dell’omonimo romanzo di Gaston Leroux, sceneggiata da E. Taylor, S. Hoffenstein e J. Jacoby. Lubin preferisce però dare maggiore spazio all’ambiente in cui si svolge la storia (molte sequenze riguardano le rappresentazioni teatrali e sono poco funzionali alla trama anche se molto interessanti dal punto di vista scenografico) piuttosto che al personaggio principale, sul quale almeno non indugia nel momento in cui è mostrato il suo volto sfigurato (zoom efficace e diretto). Interessante anche l’uso del colore, particolarmente acceso nelle sequenze in teatro e adatto per contrastare l’ambiente grigio dei sotterranei, oltre che l’ombra stessa del fantasma. Intelligente costruzione della trama anche attraverso l’uso delle inquadrature: diverse panoramiche dall’alto che sembrano impallate dal grande lampadario, presagiscono invece il tentativo di Claudin di fare una tragedia segando la catena che lo sorregge. Bravi tutti gli attori, una pellicola godibile, hollywoodiana e senza troppe pretese. Più barocco che gotico. Vinse due Oscar: uno per la fotografia ad Hal Mohr e W. Howrad Greene ed uno per la direzione artistica di Alexander Golitzen e John B. Goodman. Esiste un piccolo errore di fotografia purtroppo: durante la scena in cui Christine prende lezioni di canto, un carrello verso sinistra mostra l’ombra dell’operatore su una colonna bianca.

 

Bucci Mario

        [email protected]