Gatti
rossi in un labirinto di vetro. Umberto Lenzi. 1975. ITALIA-SPAGNA.
Attori: Martine Brochard, Joan
Richardson, Ines Pellegrini, Andrés Mejuto, Mirta Miller, Daniele Vargas
Durata: 90’
Appena giunti a Barcellona, un
gruppo di americani in vacanza assiste ad un sadico omicidio sulla Rambla: una
ragazza muore accoltellata e mutilata del suo occhio sinistro. La polizia
spagnola è costretta a fermare il gruppo, in special modo dopo che gli omicidi
incominciano ad aumentare e soprattutto coinvolgono sempre di più solo i suoi
componenti. Nel frattempo si è aggiunto alla comitiva anche Mark Burton, un
dirigente innamorato della segretaria Paulette (anche lei nel gruppo) e
convinto che l’assassino sia sua moglie, psicopatica che l’anno prima aveva
visto compiere un omicidio identico. Sarà lui stesso a smascherare l’assassino,
la sua segretaria, che uccideva per vendetta ed invidia perché rimasta orba
quando ancora era una ragazzina.
Giallo senza pretesa alcuna,
senza troppa suspence, e con attori quasi tutti di poca sostanza: Umberto Lenzi
è ormai prossimo ad abbandonare il genere per girare solo polizieschi.
Infarcita di sospetti, nemmeno troppo credibili, la trama prosegue forzatamente
verso un finale che alla fine sembra veramente l’unico plausibile e quindi meno
sorprendente. Interessanti i titoli di testa (con le musiche di Bruno Nicolai
ed i fotogrammi di una mattinata nel parco giochi di Barcellona) e la novità di
un assassino che preferisce i guanti rossi a quelli neri. Si dice in pullman
all’arrivo, parlando della statua di Cristoforo Colombo “Spagnolo o italiano
non ha importanza, certo che quel viaggio se lo poteva anche risparmiare” e
detto da un’americana, fa il suo effetto. La ragazza spagnola di Un sacco
bello (1980) di Carlo Verdone, in questo film è una delle vittime che
riesce a scampare all’assassino.
Bucci Mario
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