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La ragazza sul ponte - La fille sur le pont
Anno: 1999
Regista: Patrice Leconte;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: FRANCIA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

La ragazza sul ponte. Patrice Leconte. 1999. FRANCIA.

Attori: Daniel Auteuil, Vanessa Paradis, Demetre Georgalas, Isabelle Petit-Jacque, Frédéric Pfluger, Mireille Mosse

Durata: 92’

Titolo originale: La fille sur le pont

 

 

La bella e giovanissima Adèle è ad un non chiaro colloquio. Parla della sua vita, dei suoi affetti e soprattutto dei suoi fallimenti. Disillusa, convinta della sua negatività, le immagini della sua storia incominciano quando inizia a raccontare da quando la sua vita è cambiata. In punta di piedi al bordo di un ponte che cavalca la Senna al chiaro di luna, conosce Gabor, disposto a buttarsi nel fiume per lei. Dopo lo scampato suicidio, Gabor riesce a convincerla a guardare il lato positivo delle cose (ed a desiderarlo e cercarlo continuamente) oltre che a farle da aiutante nel suo numero. Gabor è un lanciatori di coltelli. Dopo i primi fortunati episodi (grande successo di pubblico e vincite al casino) in crociera verso la Grecia Adèle decide di abbandonare Gabor per un marinaio greco in viaggio di nozze. I due fuggono a bordo di una barca e Gabor ferisce l’ex moglie del greco in una performance sulla nave. Innamorati l’un dell’altra, Gabor ed Adèle si rincontrano ad Istanbul, dopo che lei si accorge di aver abbandonato la persona giusta.

Patrice Leconte girà un bell’amore nomade e sentimentale tra un saltimbanco lanciatore di coltelli ed una donna dai facili gusti destinata al suicidio, e malata d’incontrollabile voglia di dare e ricevere affetto. Di Jean-Maria Dreujon il tipo di bianco e nero scelto, troppo nitido, freddo come il personaggio di Daniel Auteuil, pallido di una luce così chiara tanto da segnare il punto di vista del film (quello di Gabor) fino ad assorbire anche il bel volto\ruolo della bella Vanessa Paradis. Interessante il tema comunque, gli attori recitano una sorta d’affetto che rasenta i corpi fino a sfiorarli e qualche volta lacerali. Un amore fatto di carne (le scappatelle di lei, le ferite che Gabor le procura\cura) e fatto anche di tante parole, forse troppe (tutto il loro discorso a distanza maschera l’amore di necessità). Bella la colonna sonora, un bel progetto che ha il difetto di dire troppo di sé.

 

 

Bucci Mario

        [email protected]