Non
aprite quella porta. Tobe Hooper.
1974. U.S.A.
Attori: Marilyn Burns, Allen
Danzinger, Paul A. Partain, William Vail, Gunnar Hansen
Durata: 83’
Titolo originale: The
Texas Chainsaw Massacre
Un gruppo di ragazzi, due coppie
ed uno sulla sedia a rotelle, viaggia sulle deserte strade del Texas alla
ricerca di una vecchia casa. A metà tragitto, prendono con loro un
autostoppista che subito si rivela avere problemi mentali: prima si taglia una
mano con un temperino e poi aggredisce il ragazzo sulla sedia a rotelle con un
rasoio. Il gruppo riesce a liberarsi di lui ed arriva finalmente nella vecchia
casa. Una delle due coppie si allontana alla ricerca di un laghetto dove poter
fare un bagno ma, entrando in un’altra casa apparentemente abbandonata, sono entrambi
uccisi da un macellaio dal volto di cuoio. Uno dei ragazzi, preoccupato del
fatto che la coppia non fa ritorno, si mette alla ricerca degli amici e,
arrivato nella stessa casa, anche lui è ucciso. Divenuto buio, i due rimasti in
prossimità del furgone, decidono allora di mettersi anche loro alla ricerca dei
compagni ma Faccia di cuoio prima uccide il ragazzo sulla sedia a
rotelle e poi si lancia all’inseguimento della fuggitiva. La ragazza riesce a
rifugiarsi nella casa di un benzinaio, ma questo si rivela complice di Faccia
di cuoio e dopo averla sequestrata la conduce di nuovo nella casa
abbandonata. La famiglia di matti (composta anche da quel ragazzo che avevano
incontrato per la strada e da un nonno quasi imbalsamato) consuma a cena i
corpi dei ragazzi e propone all’anziano nonno di uccidere la ragazza. Questa,
datasi alla fuga, riuscirà a scappare al termine di un sanguinoso inseguimento.
Esordio alla regia per il regista
Hooper, rappresentante texano dell’ampia cinematografia di genere americana, in
questa pellicola anche nei ruoli di produttore, sceneggiatore e coautore della
colonna sonora. Girato a bassissimo costo, Non aprite quella porta
s’ispira alle gesta criminali di un personaggio della cronaca, Ed Gein, già
fonte d'ispirazione per Psycho (1960) di Hitchcock (il Morandini
2003). La pellicola è spesso riconosciuta, nel panorama horror, come
spartiacque tra un vecchio modello ed uno più moderno, legato maggiormente alla
fisicità (ed al massacro quindi) dei personaggi. Lunghi inseguimenti e vero uso
del terrore (soprattutto attraverso gli screams delle attrici) che
sostituisce una più naturale suspence con un’angoscia malsana, come i membri
della folle famiglia di cannibali. Il film però non è solo un’orgia di orrore
alla quale la provincia isolata fa riferimento, ma può essere letto come
testamento apocalittico di un mondo (la prima sequenza è costruita sui dettagli
del totem umano e putrefatto rinvenuto in un cimitero), intento a divorare se
stesso (gli hamburger della stazione di servizio, infatti, sono preparati con
carne umana). Bollente, per stomaci duri, ebbe due seguiti ufficiali dei quali
il primo realizzato dalla stessa mano dell’autore e con l’intervento nel cast
di Dennis Hopper.
Bucci Mario
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