La
signora scompare. Alfred
Hitchcock. 1938.
G.B.
Attori: Margaret
Lockwood, Michael Redgrave, Paul Lukas, Dame May Whitty, Cecil Parker
Durata: 97'
Titolo
originale: The
lady vanishes
Bloccati in un piccolo albergo a causa del cattivo tempo,
gruppi d’inglesi in vacanza si ritrovano sullo stesso treno per far ritorno
dall’Ungheria in patria. C’è una giovane signorina che torna a Londra per
sposarsi, ci sono due uomini amanti del cricket, una coppia clandestina che
spera nel divorzio dai loro consorti per potersi nuovamente sposare, c’è uno
studioso di musiche popolari ed un’anziana governante. Poco prima della
partenza, la giovane promessa sposa, nel tentativo di consegnare un paio
d’occhialini alla signora Froy, l’anziana governante, è colpita da un vaso
lasciato appositamente cadere da un balcone. Froy decide di prendersi cura di
lei, ma dopo aver pranzato nella carrozza ristorante, e dopo che la giovane ha
preso sonno, al suo risveglio sembra scomparsa. Nel suo scompartimento loschi figuri negano d’averla mai vista e
l’arrivo di un medico specializzato convince, assieme all’aiuto dello studioso
di musica, che si è trattato di un’allucinazione dovuta alla botta in testa. La
giovane, convinta invece che l’anziana Froy sia stata fatta sparire, cerca invano
indizi che possano confermare la sua storia. Alla fine, grazie soprattutto
all’interesse del giovane studioso che si ricrede, scopre un particolare
intrigo che voleva far sparire la signora Froy. Bloccato il treno al confine
del paese, con a bordo ormai solo passeggeri inglesi, incomincia una battaglia
di resistenza contro le autorità locali disposte a tutto pur di avere la
signora Froy. In realtà la vecchia governante era una spia del governo
britannico in missione all’est.
Il lavoro di Hitchcock, tratto
dal racconto originale di Ethel Lina White La ruota gira, si può
inserire nel filone inglese che ha caratterizzato la prima parte della sua
carriera. Più divertente e meno inquietante di molti altri suoi lavori, si
distingue per la solita lucidità narrativa (sceneggiatura di Sidney Gilliat e
Frank Launder) e tecnica cinematografica, doti che hanno fatto di questo
regista un maestro senza genere (in questo caso siamo di fronte ad una spy
story). Con frequenti rimandi alla psicologia ed al giallo (temi che più in
avanti riuscirà a completare nel loro insieme) i personaggi si trovano
coinvolti loro malgrado in un complotto di spie, ben architettato e mal
riuscito. Fortemente claustrofobico (la maggior parte del film è ambientata
nelle carrozze, ma ricostruite sul set) è il solito film completo firmato dal
maestro. Scolastico il finto carrello aereo con il quale inizia il film, con la
camera che si abbassa sul modellino della città, mentre un’automobile finta
(non c’è nessuno al volante) è fatta passare per dare senso alla finzione. Il
regista appare per pochi secondi alla fine del film, come passante nella
stazione di Londra. Unica pecca, ma ritengo che esista solo nella versione
italiana, il tremendo pseudo russo che parla la maggior parte degli attori, un
gesto non troppo lusinghiero nei confronti di un regista cha aveva iniziato la
sua carriera traducendo i dialoghi scritti nei film muti. Da verificare. Remake
di Anthony Page con Il mistero della signora scomparsa (1979).
Bucci Mario
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