La
finestra sul cortile. Alfred
Hitchcock. 1954. USA.
Attori: James
Stewart, Grace Kelly, Raymond Burr, Thelma Ritter, Wendell Corey, Judith
Evelyn, Ross Bagdasarian
Durata: 112’
Titolo
originale: Rear
window
N.Y. Il fotoreporter Jeff
Jefferies è bloccato su una sedia a rotelle a causa di un incidente. Trascorre
le sue giornate fra le mani di un’anziana massaggiatrice di nome Stella
guardando lo spettacolo che gli offre l’interno sul quale si affaccia il suo
appartamento. Quello che ai suoi occhi gli si propone è uno scenario vario e
colorito di vite private: una solitaria donna in cerca dell’amore della sua
vita, una provocante ballerina, un musicista ubriaco, una coppia d’amanti ed
una che litiga con frequenza. È proprio su quest’ultima che si sofferma la sua
attenzione nel momento in cui sembra sparire la consorte dell’uomo. Convinto
che quello l’abbia ammazzata e ne abbia diviso il corpo in tante parti,
coinvolge anche la sua donna Lisa ed il suo amico detective Thomas. Dopo aver
formulato diverse teorie ed ipotesi, solo quando Lisa riuscirà ad intromettersi
nell’appartamento dell’uomo le cose si complicheranno in direzione della
verità.
Tratto dall’omonimo racconto di
Cornell Woolrich, La finestra sul cortile è un thriller atipico del
maestro, probabilmente uno dei suoi preferiti nonché uno tra i più riusciti del
genere. Riflessivo ma didascalico, il film sfrutta il tema dell’omicidio per
trattare argomenti che solo ad un primo sguardo sembrano posti in
secondo piano. Oltre al tema del voyeurismo, grazie al quale la pellicola ne
diventa l’emblema stesso (l’impossibilità di farne a meno è lo sguardo del
detective sulla ballerina, è la gamba ingessata che lo blocca nella scelta di
guardare), molto interessante è la riflessione sui vari stadi dell’amore, solitario
o ubriacone, matrimoniale o confuso, ai quali il protagonista sembra
metaforicamente interessato prima di contrarre il matrimonio con Lisa. La
figura dell’infermiera ha il ruolo che fu del coro nella tragedia greca, ella
interviene ammonendolo, partecipando, ricorrendo alla morale. Nel finale,
quando Steward si ritrova con entrambe le gambe ingessate, egli questa volta dà
le spalle alla finestra e probabilmente diventa egli stesso oggetto della
visione di qualcun altro. È il modo ironico del regista di porre il dubbio, il
passaggio dall’osservante all’osservato. Difficile da realizzare, con la sola
soggettiva del guardone James Steward, La finestra sul cortile è
una pellicola riuscitissima che monta suspence e costruisce mistero senza
alcuna interruzione, fino a pochi minuti dall’epilogo, quando lo sguardo del
sig. Thorwald coglie quello di Jeff, ed al tempo stesso quello dello
spettatore, ormai dentro la parte dell’osservatore che Hitchcock ha
voluto far calzare al suo pubblico. Un po’ borghese ed un po’ guardone, rimane
comunque una pietra miliare del cinema. Hal Pereira è il supervisore della
scenografia del perfetto Greenwich Villane, Raymond Burr, futuro interprete del
personaggio Perry Mason, è invece l’assassino. Solo tre nomination agli Oscar,
per la sceneggiatura di John Michael Hayes, per la miglior regia e per la
fotografia di Robert Burks. Solito cammeo per il regista che sistema l’orologio
nell’appartamento del pianista.
Bucci Mario
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