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Black comedy - Family viewing Anno: 1987 Regista: Atom Egoyan; Autore Recensione: Adriano Boano Provenienza: Canada; Data inserimento nel database: 19-01-1998
Black Comedy (tit.or.Family Viewing)
di Atom Egoyan (Canada. 1987)
La tecnica di ripresa degli
attori, frontale, incombe come se il taglio
dell'inquadratura evocasse un grande fratello non tanto
pericoloso per la sua invasiva presenza, quanto
perché produce un duplicato della intera vita di un
individuo. Il senso di realtà delle immagini con
questo stampo è mantenuto fino al momento in cui
vengono riavvolte come in un nastro di videocassetta, ma la
commistione tra finzione e realtà viene moltiplicata
da alcuni dialoghi, nei quali si riassumono gli intrecci
televisivi, usando domande e risposte ricalcate sulla
tradizione dell'inchiesta televisiva o dell'indagine
poliziesca.
Alla vita del ragazzo,
documentata fin nei particolari dall'occhio della
telecamera, si alterna il lavoro della giovane, impegnata
telefonista a luci rosse: una situazione che evidenzia
l'artificiosità dell'esistenza, modellata dalla voce
suadente sulle richieste del cliente, che in comune con il
futuro convivente ha non solo l'invadenza del mondo
mediatico, ma anche "l'aguzzino". Infatti il persecutore
visivo del figlio è anche un cliente abituale
dell'universo sonoro della ragazza, utilizzata nei giochi
erotici dell'uomo con la propria partner come suggeritrice:
ciò che la giovane racconta, viene trasposto nella
realtà di un set televisivo dalla compagna del padre
del protagonista e prontamente duplicato dalle telecamere;
l'attrice è una donna sottomessa, che elemosina anche
l'amore del figliastro, anticipando la situazione incestuosa
di Sweet
Hereafter.
Ma, come l'avvocato di Il
Dolce Domani era perseguitato dal bisogno di trovare quando,
dove e chi aveva rotto l'incantesimo della convivenza tra
generazioni e in Exotica era la passione a pervadere il
film, l'ossessione di Egoyan in questo caso riguarda la
duplicazione degli avvenimenti e dunque quando la suocera
sfregia a unghiate il genero, padre del protagonista,
s'inquadra uno degli innumerevoli gelidi schermi tv, acceso
sull'ennesimo documentario che ricalca la realtà
narrata con le unghie dei falchi. L'esistenza duplicata
scorre parallela, finché scopriamo insieme al
protagonista che il padre "preferisce cancellare", spostando sul piano della memoria
l'attenzione, che sembrava intrappolata pur essa nei
monitor. Infatti questo getta nuova luce sul legame, difeso
strenuamente dal ragazzo, con la nonna dalle fattezze
armene: è una rivendicazione delle radici di Egoyan
stesso, nel film negate e cancellate dal padre, al quale
però è assegnata una frase rivelatrice:
"Ci sono momenti in
cui il bisogno di rivivere un ricordo si fa
impellente"; ma noi
sappiamo che si tratta di un trucco per intrufolarsi nella
stanza 2326 dell'albergo.
Anche il giovane ha ormai
assunto i metodi invadenti della tv e si introduce nella
vita della telefonista attraverso un percorso obliquo, che
porta l'intruso a diventarne il convivente, coinvolgendola
nello scambio di anziane.
La catarsi elettronica
prevede che il padre non raggiunga in tempo la stanza e
nella sua rincorsa, scorrano nella sua memoria gli spezzoni
delle cassette da lui registrate e poi cancellate per
dimenticare ogni traccia del passato, ma con l'effetto di
riavvolgimento veloce della memoria affidata al
videoregistratore
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