American Psycho. Mary Harron. 2001. U.S.A.
Attori: Christian Bale, Willem Dafoe,
Jared Leto, Reese Witherspoon, Chloe Sevigny
Durata: 102'
Pat Bateman è un rampollo
di Wall Street: 27 anni, denaro, cocaina, stile. In una parola Patrick è
l’esempio della vita bella e rampante all’americana. È un patito del corpo,
della pulizia, dell’ordine, dei vestiti. Fondamentalmente ha un rapporto
maniacale con tutte queste cose, privo d’altre forme d’interesse, non prova
sentimenti degni di questo nome, ed è capace di uccidere a sangue freddo, per
diletto, o forse per noia. Un giorno però, un investigatore privato (Willem
Dafoe) è assoldato per cercare un collega di Patrick sparito senza motivo. Il
limite tra realtà ed immaginazione assassina s’incomincerà a fare sempre più
labile.
America psycho è stato un
caso letterario scritto un po’ d’anni fa da Bret Easton Ellis. La forza di quel
testo, più che nella scia di omicidi di Bateman (chissà se c’è qualche legame
con il Bates di Psycho) puntava tutto nel maniacale rapporto che questo
aveva con i lussuosi oggetti di consumo e descritto con una minuziosità
asfissiante. La trasposizione su pellicola perde questo punto vista, molto
chiaro nei primi minuti del film, e si lascia andare ad una sequenza delirante
di omicidi che man mano appaiono sempre più ingiustificati e
cinematograficamente scollegati. Christian Bale ha le fisique du role di questo
killer americano ma non una carica sufficiente che aiuti il suo lavoro. Il
momento migliore del film è la fuga di Christie, una prostituta, quando si
accorge di essere arrivata nella casa dell’orco. Brutto, il film da
l’impressione di essere stato recitato, sceneggiato (Guinevere Turnere) e
montato di fretta.
Bucci Mario
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