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American Psycho
Anno: 2001
Regista: Mary Harron;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

American Psycho. Mary Harron. 2001. U.S.A.

Attori: Christian Bale, Willem Dafoe, Jared Leto, Reese Witherspoon, Chloe Sevigny

Durata: 102'

 

 

Pat Bateman è un rampollo di Wall Street: 27 anni, denaro, cocaina, stile. In una parola Patrick è l’esempio della vita bella e rampante all’americana. È un patito del corpo, della pulizia, dell’ordine, dei vestiti. Fondamentalmente ha un rapporto maniacale con tutte queste cose, privo d’altre forme d’interesse, non prova sentimenti degni di questo nome, ed è capace di uccidere a sangue freddo, per diletto, o forse per noia. Un giorno però, un investigatore privato (Willem Dafoe) è assoldato per cercare un collega di Patrick sparito senza motivo. Il limite tra realtà ed immaginazione assassina s’incomincerà a fare sempre più labile.

America psycho è stato un caso letterario scritto un po’ d’anni fa da Bret Easton Ellis. La forza di quel testo, più che nella scia di omicidi di Bateman (chissà se c’è qualche legame con il Bates di Psycho) puntava tutto nel maniacale rapporto che questo aveva con i lussuosi oggetti di consumo e descritto con una minuziosità asfissiante. La trasposizione su pellicola perde questo punto vista, molto chiaro nei primi minuti del film, e si lascia andare ad una sequenza delirante di omicidi che man mano appaiono sempre più ingiustificati e cinematograficamente scollegati. Christian Bale ha le fisique du role di questo killer americano ma non una carica sufficiente che aiuti il suo lavoro. Il momento migliore del film è la fuga di Christie, una prostituta, quando si accorge di essere arrivata nella casa dell’orco. Brutto, il film da l’impressione di essere stato recitato, sceneggiato (Guinevere Turnere) e montato di fretta. 

 

 

Bucci Mario

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