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A kiss in the snow
Anno: 1997
Regista: Frank Mosvol;
Autore Recensione: Adriano Boano
Provenienza: Norvegia;
Data inserimento nel database: 22-04-1998


Un Bacio nella neve

A kiss in the snow

Regia: Frank Mosvol
Formato: 16 mm.
Durata: 22´
Provenienza: Norvegia
Anno: 1997

visto al 13° Festival Internazionale
di Film con Tematiche Omosessuali
di Torino


Nella fredda luce dei ghiacci norvegesi una voce ci informa che sta per metterci a parte di un segreto, che risale a qualche anno prima. Un film che aggiunge poco al nostro immaginario dal punto di vista del racconto, ma in grado di gettare una luce su quei territori che cominciano con Pål Sletaune ad affacciarsi con produzioni distribuite con difficoltà anche da noi.
L'interesse maggiore del film sembra essere il rinvio ai dialoghi e al racconto a distanza di tutto quanto fa parte della sfera dell´emozione: s´inizia con una voce off, che consente a se stesso di ripensare ad un avvenimento traumatico della propria vita solo impersonalmente, e termina con una lettera-confessione al cui contenuto allude l'intero film; in mezzo ci sono le querule moine di Cecilia, adolescente al primo amore, che coglie l´attrazione tra i due ragazzi e forse per questo si inserisce rivendicando un ruolo, ma soprattutto si svolge l´episodio in cui i tre amici fanno gli ¨angeli nella neve¨ (lasciano cioè le loro impronte impresse nel manto bianco, che caratterizza il panorama) e la situazione produce le condizioni per il bacio nella neve, dato dal nuovo arrivato a Peder sotto lo sguardo perplesso della ragazza.

Originale è il costante mantenersi ai bordi tra l´attrazione omosesuale e l´amore etero: nella freddezza scandinava le sfumature di coinvolgimento passionale si sfumano ulteriormente: Cecilia non si sa quanto preferisca l'uno o l'altro dei ragazzi, Peder si masturba spiando da lontano i due amici, ma il regista riesce a mantenere il dubbio su quale sia l´oggetto della sua fantasia e anche al termine non sappiamo in che misura i suoi turbamenti siano condizionati dalle beltà di Cecilia o dai segnali del vicino, concupito dalla ragazza, usata invece da lui per poter frequentare Peder. Questa ambiguità è apprezzabile perché evoca un´età dell´uomo in cui l´inesperienza rende affascinante scoprire in sé pulsioni diverse e il valore di questo cortometraggio risiede nel non voler mai edulcorare o far trapelare certezze, probabilmente per rispettare l´atmosfera di confusione adolescenziale che aveva portato a quella tempesta di sentimenti, raggiungendo l´apice con l´arcobaleno apparso al giovane baciatore.