Prestate attenzione al sonoro del fuori campo: è preciso, irreale, evocativo. Proprio come le stampe d´antan da cui Rohmer ha tratto l´iconografia. Preciso, perché riproduce esattamente l´idea degli uccellini (o le creature avicole da cortile che non appaiono mai in scena ñ totalmente di impianto teatrale ñ ma si sentono razzolare come se, dipinte, prendessero vita come le forme umane che interagiscono con i fondali dipinti e digitalizzati) come immaginiamo potessero sentirsi nel 1790, senza traffico o altre diavolerie moderne; irreale, dacché si ripete regolare come in natura non avviene, a palesare la ricostruzione; evocativo, in quanto è fatto in modo da risultare quasi teatrale, come un effetto giustapposto e non in presa diretta, volutamente sottolineato per segnalare la distanza, l´appartenenza a mondi lontanissimi, segnati dai trascorsi rivolgimenti.