THE ISLAND OF DR. MOREAU (1996)


Cast: Marlon Brando, Val Kilmer, David Thewlis, Fairuza Balk, Ron Perlman, Temuera Morrison, Marco Hofschneider, William Hootkins
Regista: John Frankenheimer
Produttore: Edward R. Pressman
Sceneggiatori: Walon Green, Michael Herr, Ron Hutchinson, and Richard Stanley, storia tratta da H.G. Wells
Direttore della fotografia: William A. Fraker
Compositore delle musiche: Gary Chang
U.S. Distributore: New Line Cinema

L´inquietudine presente in ogni inquadratura trae origine da un´insicurezza di fondo, riscontrabile nella incoscienza di quale sia realmente la nostra origine più intima e quindi le immagini ci verranno sovente riproposte dal nostro immaginario, perché toccano i precordi irrazionali della più intima natura di ognuno.

I titoli cadenzano il loro ritmo sulla frenetica unione delle cellule vitali e servono a mediare proletticamente alcune emozioni: occhi impauriti su un tramonto livido si alternano alle immagini al microscopio di cellule, colte nell´attimo irrevocabile della loro fusione che genera un terzo elemento indiscernibile nelle sue singole componenti, non più singolarmente riconoscibili.

L´introduzione persegue l´intento di comunicare una duplice chiave d´interpretazione: verso gli spettatori più avvertiti e che conoscono i testi precedenti, di cui questo è un palinsesto, si anticipano i temi a cui si farà maggiore attenzione, e cioè la paura dell´irrazionale insito nella natura contrapposta al credo della manipolazione scientifica, accantonando sviluppi più morbosamente teratologici; invece ai lettori ingenui non potrà comunque sfuggire la dichiarazione d´intenti formulata con l´inserimento degli spaventosi lampi sul brodo primordiale, essi non promettono nulla di buono, come insegna il mito di Frankenstein.

In realtà nel proseguio del film le premesse dei titoli rimangono come costanti sensazioni, che accompagnano, emergendo dal fondo su cui rimangono sempre presenti, il discorso più scopertamente metaforico della condizione umana, andandosi a innestare direttamente sugli intenti educativi di Welles. E questo è il secondo prologo, che introduce l´elemento centrale sullo sfondo di natura e scienza ("istinto e ragione" apparentati nella lotta contro gli schemi più o meno funzionanti): gli uomini sembrano bestie. Questa è una frase esplicitata durante la lotta sulla zattera tra i due naufraghi per l´ultima borraccia; anche in questo caso si è di fronte ad un topos letterario, ma qui è particolarmente ferino per il silenzio e la determinazione dei contendenti, volutamente non tratteggiati minimamente nei caratteri e persino non distinguibili negli abiti, furiosamente accecati dalle ragioni della sopravvivenza e cioè dai bisogni primari più tipicamente belluini.

Le immagini sono commentate dalla voce off che introduce l´allucinato io narrante ed il termine della sequenza rivela la sua adesione alla ferocia animalesca nell´immediato filmico (in fondo è lui ad uccidere i compagni di sventura), ma quell´asserzione "anch'io", associata all´occhio in primo piano ad evocare Blade Runner, esplicitamente instilla il dubbio dell´appartenenza ai replicanti geneticamente ibridati.

Ultimo tassello introduttivo prima di porre piede sull´isola si rivela al momento del salvataggio e sulla nave Ombak Penari, dove si sottolinea lo stato di delirio che permea la vicenda. Gli stati di allucinazione saranno molteplici sia per il narratore dapprima inorridito, poi affascinato, infine coinvolto, ma sempre in uno stato di sospensione, di vacanza dall´illusoria patina di umanità, sia per Montgomery, il neurochirurgo impersonato da Val Kilmer, che all´insostenibile situazione fa fronte con gli stupefacenti.

adriano.boano@
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