La composizione del quadro è essenziale nel film di Jarmush


Non possiamo avvalerci del fotogramma che documenterebbe il triangolo che si viene a comporre: questa è già un'evoluzione: l'incanto è svanito

«[...] quando al soggetto si suggerisce una tendenza direzionale le risposte non si distribuiscono a caso, ma si raggruppano lungo gli assi principali dello scheletro strutturale. Si nota anche una spinta verso i bordi del quadrato. Non è evidente nessuna decisa attrazione verso il centro, ma piuttosto un'area di stabilità relativa intorno ad esso.
[...]

Nessun punto è libero da questa influenza. É vero che sono stati individuati nel quadrato dei punti "di riposo"; ma tale riposo non significa assenza di forze attive. Il "punto morto" non è morto: non vi si sentono spinte in nessuna direzione, perché nel centro le spinte in ogni direzione si equilibrano vicendevolmente. Per un occhio sensibile, l'equilibrio del punto di mezzo è vivo e carico di tensione. Pensate a una corda immobile mentre due uomini di forza eguale la tirano in direzioni opposte: è ferma, ma carica di energia.»

(Rudolph Arnheim, Arte e percezione visiva, Milano, Feltrinelli, V edizione, 1981, p.35)

Al triangolo composto da cane, Pearline e Ghost Dog si aggiunge il quarto vertice occupato dal nostro sguardo, quello che viene chiamato a testimoniare lo stato di quiete che tende a far convergere le linee di energia verso il centro e sospendere all'infinito l'incontro tra i tre (il samurai, la sua essenza simbolica e la sua discepola ed erede rimangono fissati in un tempo perpetuo, situazioni in cui Jarmush è esperto, basti pensare all'orologio enorme, fisso alle spalle dell'eroe di Stranger than Paradise); un movimento statico, come quello messo a fuoco da Arnheim analizzando la disposizione tridimensionale delle Battitrici di seta. Una disposizione che contrasta con quella sul piano proiettivo e che Jarmush adotta per appiattire e togliere tridimensionalità ai mafiosi, che infatti si confondono con le figure bidimensionali di cartone e sembrano figurine del Kabuki.

Rdicole figure da cartoons, i mafiosi trovano lì i loro paradigmi, come il samurai s'identifica nel cane

«Varrebbe la pena di studiare più a fondo le funzioni reciproche dei due schemi: è evidente che il raggruppamento tridimensionale sta sempre a descrivere la situazione di fatto o "geografica" (ad esempio: Cristo circondato dai discepoli) e la sua funzione espressiva o simbolica potrà essere più debole di quella dello schema proiettivo, più diretto da un punto di vista visuale. Ma, poiché la relativa forza dei due schemi dipende dalla forza dell'effetto di profondità in ogni singolo dipinto, una investigazione delle loro funzioni potrebbe condurre a risultati diversi a seconda della diversità degli stili.»

(Rudolph Arnheim, Arte e percezione visiva, Milano, Feltrinelli, V edizione, 1981, pp.115-116)