La gestazione dell´orrore nazista trova una fertile incubatrice nella follia bellica del ´14-´18. A partire dal viola ferale che ammanta gli orfani raccolti nel FlochtlingsLager di Oberhollabrunn, irregimentati in fila per due, misurati con rudimentali antropometri, passati per le docce, come poi vedremo gli uomini e con la memoria dell´immaginario collettivo evocheremo ben più tragiche docce. Tutto nel campo di raccolta risulta poco rassicurante: dal violino agli scherzi puerili, ma non più innocenti. E poi quel viola che aggiunge un alone funereo alle figura inquietanti del medico e dell´infermiera. E già l´ombra di Mengele si allunga sui nostri ricordi di questo secolo infame.
    Sempre con dominante viola arrivano poco dopo i treni al lager di Feldblach: qui l´ossessione di ciò che avverrà si fonde nella nostra memoria con quello a cui assistiamo in quel momento e che sappiamo essere la madre di tutte le stragi di cui abbiamo conoscenza, ma delle quali sappiamo non essere conclusa la serie. Vedremo ancora quei treni merci ricolmi di persone ridotte a livelli sub-umani.