Il mondo della tv si adatta molto bene al modello comunicativo adottato

L'attacco alla tv come oppio dei popoli si porta fin dalla inquadratura sullo studio televisivo, gestito da un tossico che inalbera un cappellino su cui campeggia l'invito: "Kill your tv", dimostrazione di velleità distruttive artificiali, poco attraenti rispetto allo stillicidio indolore e silenzioso prodotto dall'alieno; quelle televisive sono modalità esecrabili da porre in relazione al predicatore televisivo, una figura esterna al mondo fin lì descritto, più alieno della bestia.

Anche altri aspetti della tv vengono additati come dannosi: il protagonista di Bay Watch, realmente catapultato dal set per sedurre una ragazzina (è incredibile la quantità di incontri che si fanno nei cessi, stipati come la metropolitana nei momenti di punta), si trasforma anch'egli, assumendo l'atteggiamento da infoiato stupratore non appena l'ambiente non presenta più caratteristiche rassicuranti e dalla fiaba assolata e ricolma di fiori si passa all'incubo. Un transito assicurato dall'insostenibile telepredicatore, la figura più corrotta e pericolosa del film. Dal momento della sua apparizione il livello di violenza si fa vieppiù parossistico fino a culminare nel grottesco accanimento durante la festa. Nel clou della quale Elvis picchia il giovane spacciatore con una figura retorica a metà tra una sineddoche e una litote: il barattolo di campbell è contenente per il contenuto (il succo di pomodoro allude al sangue cinematografico) ed è negazione dell'enunciato, perché il pomodoro, succedaneo del sangue, in questo caso non è surrogato, anzi copiosamente produce irridente ciò di cui normalmente è sostituto; inoltre evoca immediatamente Warhol, introducendo nella sequenza l'ennesimo riferimento colto al pop e al suo modo di mettere in scena la violenza, appunto come manifestazione dell'arte.

Soltanto che ora non è più così gioiosa questa dimostrazione: infatti il consuntivo di Dark è fallimentare e rispecchia la condizione della sua generazione.

E l'angoscia può nascere anche dalla domanda se appaia più reale il falsissimo spezzone di Baywatch o l'inferno iperreale degli ambienti attraverso i quali transitano i giovani assumendone la colorazione e le caratteristiche.

Se sia più allarmante il telepredicatore o meno rassicuranti le allucinazioni che sembrano concrezioni del proprio intimo, in piena sintonia con le letture anche psicanalitiche dei film di fantascienza degli anni '50 a cui sembrano fare riferimento: l'alieno come proiezione o effetto psicotropo delle sostanze allucinogene, ma anche il "cane morto" del ragazzino intravisto per pochi fotogrammi come in uno shining.












no copyright © 1999 Expanded Cinemah Home Page