La caratteristica eterosessuale sbandierata è una crosta ironicamente giustapposta in superficie alle moltissime e profonde icone gay sparpagliate; è vero che si assiste ad un montaggio serrato di molte scopate via incrementando il ritmo, ma in nessuna c'è la tenerezza priva di fretta e la sincerità del casto e sensualissimo riposo fianco a fianco tra Montgomery e Dark a cui aveva fatto da preludio il loro primo incontro nell'incanto autoerotico della doccia iniziale, che sembra avere lo scopo di purificarci dalle sensazioni mondane a cui siamo abituati per accedere a questo mondo adolescenziale, dove la differenza viene ironicamente incarnata da un alieno e l'infatuazione giovanile descritta in moltissimi romanzi di tradizione gay ha un epilogo ribaltato in cui il concupito oggetto del desiderio si trasforma in un ributtante insetto sotto l'ultimo sguardo basito di Dark: dopo questo diventerà definitivamente adulto?

L'incipit nel bagno candido, in cui si rincorrono dissolvenze bisessualmente eccitanti, significativamente si ambienta nell'unico locale immacolato: al contrario dei muri reali zeppi di macchie di colore in questo caso le inesistenti pareti fungono da supporto alle fantasie onaniste di Dark; come avviene per lo schermo, superficie che accoglie le pulsioni bisessuali di Araki, a partire dalla prima frase depositata su quel nitore ubiquo, connotandolo: "Los Angeles è come il nulla. Chi entra qui è perduto". Un nulla che travia, irrompendo nell'intimità con l'agghiacciante maschera verde della madre, che urla proiettandosi all'interno della nicchia umida attraverso un montaggio repentino sullo stesso asse che accentua l'invadenza insensibile del mondo, omaggio alle famiglie descritte da Waters (e qui si assiste ad un bel campionario di genitori che rivestono il ruolo di grotteschi paradigmi negativi).

La tv si propone come succedaneo di genitori distratti o ostili o inadeguati

Reminiscenze da stereotipi vengono saccheggiate abbondantemente: l'universo di raffinato trash, che può far pensare all'avvento dei nipotini di Waters con l'ovvio parossismo dei vezzi di un'insopportabile quotidianità: l'uso del brano musicale allusivo o la citazione opportuna di un gruppo (Siouxie and the Banshees ad esempio); Mishima e le sue infatuate caricature di San Sebastiano (tropo gay, anche nel film in latino di Jarman) sono a monte della positura di Dark drappeggiato di solo asciugamano a stelle e strisce; il ritmo dei clip, citati anche attraverso i cameo di tanti musicisti; un libro di Nietzsche fa capolino tra le pieghe di un divano; lo spirito di Paul Nizan aleggiante su tutto il film e nel pistolotto finale in particolare. Sono tutti ingombranti puntelli linguistici di cui non si può fare a meno, a cui si aggiungono orpelli di gusto decadente come la inopinata riproduzione del David.

no copyright © 1999 Expanded Cinemah Home Page