Reminiscenze da stereotipi vengono saccheggiate abbondantemente: l'universo di raffinato trash, che può far pensare all'avvento dei nipotini di Waters con l'ovvio parossismo dei vezzi di un'insopportabile quotidianità: l'uso del brano musicale allusivo o la citazione opportuna di un gruppo (Siouxie and the Banshees ad esempio); Mishima e le sue infatuate caricature di San Sebastiano (tropo gay, anche nel film in latino di Jarman) sono a monte della positura di Dark drappeggiato di solo asciugamano a stelle e strisce; il ritmo dei clip, citati anche attraverso i cameo di tanti musicisti; un libro di Nietzsche fa capolino tra le pieghe di un divano; lo spirito di Paul Nizan aleggiante su tutto il film e nel pistolotto finale in particolare. Sono tutti ingombranti puntelli linguistici di cui non si può fare a meno, a cui si aggiungono orpelli di gusto decadente come la inopinata riproduzione del David.