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OSAMA

di Siddiq Barmak


Una sequenza del film Osama permette di rendersi conto della competenza cinematografica che riluce in tutto il film, ma in particolare in quella sequela di montaggio, che si potrebbe definire delle "attrazioni", si nasconde la cifra della bravura degli autori. Dapprima si riprende una cerimonia con il solito sguardo misterioso, che pare sempre rasente i muri, nascosto da una parete, in tralice, quasi si faccia peccato anche solo ad assistere; sono nozze. Addirittura balli, dove Osama può ridiventare ragazzina e i veli non essere brutture con significato confessionale, ma orpelli anche seducenti; i taleban sono invasati, ma non sono stupidi: percepiscono in che modo il "peccato" si può esprimere, quando il piacere viene sistematicamente soffocato. Persino un'innocente festa di nozze con i suoi canti (vietatissimi), le sue movenze (aborrite) diventa "naturalmente" occasione lasciva. Ed è ancora più bello il fatto che è vero: sono scene dove sembra che cadano i veli e si assapori un po' di vita non soffocata; persino la mdp osa entrare dalla soglia senza scrutare da dietro gli stipiti e... infatti d'improvviso si ritrae all'urlo: "Arrivano i taleban", intanto le donne si raggrupano a cerchio, cessano i canti e sale una litania. Le nozze si trasformano, nell'inganno, in un funerale, che tuttavia è la condizione reale in cui si trovano le persone afghane. In un eterno funerale. Ma la sequenza non termina lì: quella immagine di cerchio da cui non si riesce a uscire, soffocante come quelli usati da Fritz Lang (gli autori hanno sicuramente presente M, il mostro di Dusseldorf, la sequenza finale del processo della mala) e analizzati anche in Un chien andalou (nella scena del giovane androgino in mezzo alla strada, che nelle intenzioni di Dalì e Buñuel doveva essere dileggio proprio di quel tropo retorico del cinema espressionista, in quanto luogo retorico ricorrente), permane sulla retina mentre è sostituita nel montaggio allusivo da un altro consesso disposto circolarmente: i ragazzi della madrasa. Una sequenza che può riassumere le notevoli soluzioni registiche dell'intero film, di cui l'articolo enuclea le principali vette espressive.