Gli oggettivisti sono metafisici.
Rispetto all'immobilità della casa
ciò che non è fermo non deve muoversi
eppure, parola mia, l'assenza muove
alla presenza, accanto alla ferrovia, della casa
che è nulla se non una struttura della sua mente
dipinta soltanto perché essa non era là.

(Anthony Rudolf, "Edward Hopper",
in Edward hopper, la poesia del silenzio, Milano, Rizzoli,1997, p.49)

Prima di apparire, il corpo di Straight si annuncia con un sordo tonfo dietro a una finestra di un giardino simile a quello in cui s'inizia Blue Velvet, il grado zero dell’esistenza; poi stratifica i differenti valori della sua costante presenza sullo schermo come un albero gli anelli nella sua corteccia e lentamente si scoprono i diversi "cerchi" che assegnano spessore al personaggio, la faccia meno inquieta del mondo di Twin Peaks, che fa capolino ogni tanto tra una deformata cicciona al sole e un ragazzino incantato sotto i raggi lunari di un mondo parallelo disegnato in un altro minimalismo da Hopper.